Benvenuti nel sito di Giuseppe Pungitore, dell'ing. Vincenzo Davoli, di Mimmo Aracri ed Antonio Limardi, punto d'incontro dei navigatori cibernetici che vogliono conoscere la storia del nostro meraviglioso paese, ricco di cultura e di tradizioni: in un viaggio nel tempo nei ruderi medioevali. Nella costruzione del sito, gli elementi che ci hanno spinto sono state la passione per il nostro paese e la volontà di farlo conoscere anche a chi è lontano, ripercorrendo le sue antiche strade.

 

DISCORSO DEL VICE –SINDACO ANTONIO ARACRI

 

DI COMMEMORAZIONE DEI CADUTI   NOVEMBRE 2004

 

Carissimi concittadini e' con grande commozione e grande partecipazione che oggi insieme a tutti voi commemoriamo questa giornata dedicata ai caduti di tutte le guerre. Ricordare e commemorare i nostri cari che hanno dato la loro vita per la Patria e' per noi il dovere più grande che possiamo rendere per fare in modo che il loro sacrificio non sia stato vano.    Il ricordo non si cancella ma si rafforza nella memoria di tutti per non ripetere mai piu' gli errori del passato:

I nomi iscritti su questa lastra di marmo sono per noi il monito a costruire una societa' di pace e di lavoro. Il loro esempio ci sia sempre di guida per costruire un futuro migliore per i nostri figli .

Il loro amore per la Patria fino alla morte ci faccia riflettere in tempi come questi dove sprechiamo ogni giorno il grande dono della vita e ci aiuti a ritrovare il rispetto per il prossimo e la tolleranza per il diverso perche' siamo tutti uomini che camminiamo su questa terra verso lo stesso destino.

A loro,a questi caduti sdradicati alle loro famiglie e buttati sulle trincee di paesi lontani vada oggi il nostro pensiero e il nostro riconoscimento per quanto hanno fatto,per la vita che hanno sacrificato per dare ai loro figli, a tutti noi la speranza di un mondo migliore.

A questi uomini, spesso ancora ragazzi, vada la nostra preghiera e il nostro affetto per sempre, coscienti che solo con il lavoro e        preservando la pace possiamo fare in modo che il loro estremo sacrificio non sia stato inutile.

A questi padri di famiglia che non hanno visto crescere i loro figli e sono morti con il sogno di tornare alle loro case vada la nostra eterna riconoscenza.

Il Primo Grande Conflitto Mondiale che coinvolse la nostra Patria nel 14-18 cadde sui popoli dell'Europa come un macigno che avrebbe segnato le generazioni future in modo devastante.

Eppure c'erano state altre conflitti,altre guerre,ma questa Guerra non aveva precedenti sia per il numero dei popoli coinvolti,sia per la grandi tragedie che ha prodotto,sia per il grande numero delle vittime provocate.

Essa avrebbe portato lutti e disperazione e morti,tanti, tantissimi morti,e        fu detta la Grande Guerra perche' mai prima di allora i morti su tutti i fronti furono cosi tanti ma perirono anche nei modi piu ` orribili:con i gas asfissianti,con le prime mitragliatrici e l'impiego di mezzi bellici mai -visti prima. I morti su tutti i fronti furono 9 Milioni e i nostri 615.000 fra morti e dispersi.Ma vanno ricordati anche 1 milione e 800.000 tedeschi, l milione e 300.000 francesi,90.000 bulgari,l milione e 300.000 austriaci, l Milione e 700.000 russi,335.000 rumeni,60.000 canadesi,7000 portoghesi. Non ci fu paese o nazione che non ebbe le sue vittime. E' stato calcolato che in media morirono durante la Grande Guerra 5600 persone al giorno. L'incidente di Sarajevo con l'assassinio dell'erede al trono d'Austria sembrava all'inizio che potesse al massimo provocare una guerra locale ma la catena dell'alleanze di tutta l'Europa portava in breve tempo il conflitto a dimensioni mondiali coinvolgendo popoli,religioni,culture e cambiando per sempre la geografia politica delle nazioni. L'Italia all'inizio del conflitto aveva un esercito di circa 800.000 uomini e 40 divisioni sotto la guida del generale Cadorna.

Sebbene facesse parte della Triplice Alleanza essa non fu interpellata al momento della dichiarazione di guerra ma ben presto gli eventi precipitarono e i1 24 maggio 1915 anche i nostri soldati si trovarono ad affrontare la piu' disumana delle guerre se mai una guerra puo' dirsi umana. Giovani delle province Italiane si trovarono cosi' sdradicati dai loro paesi e portati a combattere in luoghi che mai avevano pensato e nemmeno sapevano della loro esistenza.

Nei primi giorni di guerra i nostri militari avanzarono verso le linee nemiche con estrema facilita' e tutto sembrava che dovesse finire presto e tornare a casa.

Ma le munite fortificazioni Austriache non crollarono e cominciarono l'avanzata sull'Isonzo e sulla pietraia del Carso con attacchi continui di mezzi e di uomini che fecero perdite gravissime tra le nostre fila e conquistarono chilometri di territorio italiano decimando colonne di soldati e spezzando giovani vite che cadevano nella neve e nel terreno fangoso senza nemmeno la pieta' di una sepoltura.

Quanti morti,quanti scomparvero per sempre con il sangue che si mescolava a sangue straniero.

Quante battaglie che portano il nome dell'Isonzo le cui acque sembravano rosse per il tanto sangue versato. Dopo due anni di terribili battaglie l'esercito italiano conosceva la sconfitta a Caporetto il 24 ottobre del 1916 e cominciava la ritirata lasciando sul terreno numerosi mezzi e circa 300.000 uomini e ritirandosi sul Piave. Ma quando tutto sembrava perduto i soldati italiani cominciarono una dura reazione e dimostrarono una straordinaria capacita' di ripresa. E proprio sul Piave e ai piedi del Monte Grappa al gido di "non passa lo straniero" arrestarono l'avanzata austriaca costringendoli ad indietreggiare al comando del Generale Diaz. Passati all'offensiva gli italiani conquistarono Gorizia infliggendo ai nemici gravi sconfitte e numerose perdite. Presto furono liberate Trento e Trieste e infine il 4 novembre 1918  a Vittorio Veneto l'esercito italiano anniettava definitivamente quello austriaco. Era la  Vittoria dopo anni di lutti e di tragedie che lasciavano sul terreno centinaia di migliaia di morti e milioni di invalidi, famiglie disgregate e vite stroncate nel fiore della giovinezza.

La gloria,la grande Vittoria non ci consola per le tantissime morti. Nomi come 1'Isonzo, Caporetto, il Carso, la divisione Julia, la divisione Friuli,diventano storia e significato per moltissime famiglie italiane. Le vicende della guerra diventano la storia da raccontare ai superstiti e ai figli per non ripetere mai piu'.

l'orrore appena vissuto. Si torna a casa ma niente sara' piu' come prima. La guerra lascia cicatrici incancellabili che nemmeno il tempo riesce a lenire. Centinaia di migliaia di soldati per anni e anni avranno negli occhi                le immagini della guerra,gli assalti alla baionetta,il sangue,il freddo delle trincee,le tristissime notti nell'attesa della morte a volte invocata per mettere fine alle sofferenze,i canti degli alpini che arrivavano dai monti e facevano piangere lacrime di sangue,i lunghi inverni senza nemmeno un pezzo di pane e il pensiero sempre rivolto ai propri cari lontani,ai figli che crescevano e che non vedevano,alla propria moglie sola e alle tante mamme che avevano solo la forza di pregare per un ritorno che per moltissime pero' non ci sara'. Madri che moriranno nell'attesa di un ritorno che non ci sara' mai.

Molte di quelle madri non avranno nemmeno la soddisfazione di piangere sul corpo del figli dispersi tra i tanti nelle montagne del confine sconosciuto fra tanti sconosciuti. Il milite ignoto che ogni paese di questa terra piange. Chi ebbe la fortuna di ritornare restera' segnato per sempre e la disperazione era tanta da desiderare di essere rimasto con i compagni al fronte e dividere il loro destino. Si ha comunque la forza di ricominciare,di ricostruire dalle macerie il futuro per i figli.

Si ritorna alla terra lasciata,al lavoro di ogni giorno senza a volte nemmeno il riconoscimento per quello che si era fatto .

Le vicende della storia saranno comunque nuovamente determinanti perche' dopo un ventennio di relativa pace sociale in cui tutte le nazioni cercano di ricostruire dalle macerie della guerra, altre lavorano per ricominciare a fare nuovi lutti quando ancora non si sono sepolti i morti del conflitto precedente. E dopo l'illusoria nascita dell'impero in cui i nostri soldati vengono portati in Africa alla conquista della vana gloria e dove nomi come Etiopia, Amba, Alagi, ricordano altre vittime e altri lutti ecco all'orizzonte di nuovo le nubi minacciose di un altro conflitto mondiale, piu' terribile del primo, piu' sconvolgente per la gravita' e le tragedie che porta in tutto il mondo. Ancora una volta le case dei contadini,dei lavoratori,di quel sud martoriato dalla fame e dalla disoccupazione vengono svuotate dalle braccia utili a portare il pane e trascinati alla guerra che non capiscono e che non vogliono.

Nuovi lutti,nuove morti,nuova disperzione e sangue, tanto sangue e lacrime.

Il terreno del conflitto questa volta e' piu ampio e giovani che conoscevano soltanto il colore della nostra terra si ritrovano sperduti in luoghi lontani della Russia fra le neve che non si scioglie mai, nel freddo che non avevano mai provato,nel vento che congela gli arti fino a farli cadere a pezzi e si ritrovano accanto compagni morti e congelati che non hanno avuto nemmeno il tempo di pregare.

Altri si bruciano al sole dei deserti africani con la polvere che entra negli occhi fino ad accecarli e sentono la sete come come l'aria che respirono. Altri muoiono sulle coste della Grecia illusi da effimere vittorie. La guerra non e piu' guerra di trincea ma di bombe che piovono come la pioggia e fanno stragi e dilaniano i corpi e seppelliscono i vivi.Battaglie i cui nomi fanno tremare ancora oggi i cuori come Stalingrado,Pearl Harbour, El Alamein,Cassino,Normandia,Berlino,Hiroshima entrano nella storia con il loro carico di morti con le loro bandiere piene di sangue. SI contano i morti:55 Milioni fra soldati e civili vittime dei bombardamenti. In Italia accanto ai caduti si contano 320.000 fra feriti,congelati,mutilati. E accanto a questi orrori quello dell'Olocausto con i 6 Milioni di ebrei sterminati nei campi di concentramento. E poi da noi in Italia l'8 settembre 1943 con la guerra civile.

Morti non solo di battaglie contro il nemico ma tra fratelli in nome di una idea. Nuovi lutti nelle case,nuove vedove,nuovi orfani perche' questo lascia la guerra: orfani,figli senza futuro e senza speranza. Ancora dispersi,ancora mutilati,ancora morte.

Ancora lacrime di madri che non vedranno piu' i loro figli che non hanno piu' lacrime da versare che non trovano pace. Ancora disperazione, ancora donne che aspettano uomini che non ritorneranno mai,ancora bambini che crescono senza conoscere il volto del proprio padre.

Ma nonostante tutto si deve ricominciare,si deve ricostruire,si devono seppellire i morti e guardare al futuro. senza dimenticare per imparare che dalla guerra puo' nascere solo odio e che l'odio produce odio.

Si torna alla vita di ogni giorno ma ancora una volta con i segni e le cicatrici nell'anima che ti segnano per sempre e che non scorderai mai. Questi morti questi soldati che hanno dato la vita per la Patria e che spesso non hanno conosciuto una degna sepoltura sono qui oggi con noi e a loro va la nostra infinita riconoscenza. A loro che hanno fatto le basi del Paese e del tempo che viviamo va la nostra preghiera e l'impegno a non sciupare quello che hanno fatto per noi. Dal loro esempio impariamo ad amare la pace,a costruire la pace;a rifiutare la violenza e la guerra.E anche oggi che molti dei nostri soldati sono impiegati in missione di pace,ricordiamo anche i Carabinieri caduti a Nassyria nell' adempimeto di una missione di pace. E cosi a tutti gli operatori di pace come la Croce Rossa, che ripresta in ogni angolo del mondo e agli operatori della Protezione Civile. Ricordare per costruire un mondo migliore,ricordare per non ripetere gli errori del passato,ricordare per avere il coraggio di andare avanti per fare la pace ognuno di noi senza aspettare che l'altro la faccia per noi,ricordare per costruire scuole e mai piu' monumenti alla guerra. Amare la pace per avere il coraggio di guardare gli occhi di un bambino. Proprio un bambino fra i tanti ricevuti nel Parlamento italiano alla presenza di tutte le autorita' diceva:"noi bambini diciamo basta alla guerra,a tutte le guerre".                Si perche' non esistono guerre giuste ma esistono solo le guerre con i loro lutti,i loro morti e le loro tragedie che non risparmiano nessuno. Non esiste nessuna famiglia che non abbia nel suo seno il ricordo brutto della guerra. Noi desideriamo che questo ricordo rimanga il solo per tutte le generazioni future. Noi desideriamo la pace,per tutti con tutti e in ogni angolo della terra e che sia la pace non solo dalla guerra ma anche la pace dalla fame e dalla disperazione per tutti. Un grande uomo di questi tempi Giovanni Paolo II nel gridare contro la guerra diceva: mai piu' la guerra,mai piu',mai piu' !Tocca a noi raccogliere il suo grido di dolore e senza dimenticare farci tutti costruttori di pace.

                                                    Il vice-sindaco di Francavilla Angitola

                                                                   ANTONIO ARACRI  

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