Benvenuti nel sito di Giuseppe Pungitore, dell'ing. Vincenzo Davoli, di Mimmo Aracri ed Antonio Limardi, punto d'incontro dei navigatori cibernetici che vogliono conoscere la storia del nostro meraviglioso paese, ricco di cultura e di tradizioni: in un viaggio nel tempo nei ruderi medioevali. Nella costruzione del sito, gli elementi che ci hanno spinto sono state la passione per il nostro paese e la volontà di farlo conoscere anche a chi è lontano, ripercorrendo le sue antiche strade.

 

GIOVANNI NON C’E’PIU'

Anche la penna oggi esita tra le mani di chi commosso non sa trovare le parole giuste per descrivere l'ennesimo dramma di una vita spezzata nel fiore degli anni.

La mente s'inceppa, si rifiuta di accettare l'inappellabile verdetto di una morte impietosa che falcia secondo un criterio che noi umani non capiremo mai. Dovremmo lasciare parlare il silenzio fermarci e meditare.

Giovanni non c'è più la sua vita come un albero ancora verde è stata recisa fulmineamente senza alcun preavviso.

Grandi sono ancora lo sconcerto e l'incredulità in una comunità dove tutti siamo amici o conoscenti e dove l'assenza di uno solo, uno come Giovanni, lascia un vuoto incolmabile.

Non lo incontreremo più per le vie del paese, non lo vedremo più davanti al Bar Ruperto.

Giovanni era come l'acqua limpido, trasparente e semplice egli compendiava in sé la schiettezza, la sincerità e l'onestà, virtù queste diventate rare negli uomini. Lo connotava un comportamento posato schivo ai clamori ed al pettegolezzo e ciò lo rendeva persona degna della stima di noi tutti.

Ci ha abbandonati inaspettatamente e la sua buonasera è diventata un addio (un arrivederci per noi uomini di fede) chissà per quale disegno del destino. Giovanni ci ha lasciati nella ricorrenza della seconda domenica dopo Pasqua quando in chiesa il Vangelo dell'omonimo evangelista testimoniava la terza apparizione del Cristo Risorto ai suoi discepoli sulla riva del mare di Tiberiade.

II Signore non è un fantasma o un'illusione Egli mangia il pesce ed il pane seduto accanto a loro che neppure gli chiedono chi sia, sono certi della sua identità e la loro certezza è la stessa di noi cristiani che confidiamo nella nostra Resurrezione.

Alla luce di ciò dovremmo interpretare la morte del corpo, anche se il dolore e la mancanza di un proprio caro rendono la cosa assai difficile da accettare a noi che viviamo di passioni e di sentimenti.

In questo momento di sconforto e di smarrimento non tormentiamoci con le solite domande che poi non trovano risposta

Oggi che pure il cielo sembra piangere e velarsi a lutto con una insolita fitta nebbia affidiamoci alla fede e pensiamo che Giovanni stia respirando quell'aria celeste a cui noi tutti siamo destinati.

Francavilla 19/04/2010

Lorenzo Malta

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