IL SANTO PROTETTORE
In Francavilla il culto di S. Foca Martire, invocato in 
modo particolare contro i morsi di serpenti, è molto antico e rappresenta nel 
panorama regionale una singolare eccezione.  A tal proposito Onofrio Simonetti 
scrive: “Continua ed invariata tradizione addimostra antichissimo il pio affetto 
del popolo di Francavilla verso questo illustre Martire Antiocheno, poiché surta 
dalle rovine di vari paesetti, che eravi attorno, fra i quali uno detto San 
Foca, di cui veggonsi anche oggigiorno i ruderi a piè della scesa della Fria, 
all’ovest di Filadelfia. La contrada denominasi tuttavia San Foca” (O. Simonetti, 
Cenno biografico sovra l’antiocheno martire S. Foca, Monteleone 1892, p. 27)
 Le diverse “Orazioni” di S. Foca raccolte a Spilinga, 
Santa Caterina, San Vito, Vibo Valentia, Vallelonga, Nicastro, Santa Domenica di 
Ricadi, Curinga, riconoscono e assegnano a Francavilla il ruolo di centro 
cultuale: Beatu cu porria jira a Francavilla ca avi a Santu Foca come abbucatu 
(beato chi può recarsi a Francavilla perché ha San Foca come protettore).
 Si festeggia il 5 marzo e la seconda domenica di agosto 
con la partecipazione di tutto il paese e dei paesi vicini; in onore del santo 
patrono si preparano e si portano in chiesa i taraji, dolci ricoperti di 
zucchero che hanno la forma di serpenti. Intensa è la partecipazione di devoti e 
pellegrini alle sacre funzioni e alla processione per le principali vie del 
paese con la statua di S. Foca. La statua “ornata con militar divisa e con la 
serpe che lecca il sudore che stilla dalla fronte” venne realizzata a Roma da un 
ignoto scultore nel 1663 su incarico del p. Sempliciano Cilurso priore del 
convento di S. Maria della Croce.