Benvenuti nel sito di Giuseppe Pungitore, dell'ing. Vincenzo Davoli, di Mimmo Aracri ed Antonio Limardi, punto d'incontro dei navigatori cibernetici che vogliono conoscere la storia del nostro meraviglioso paese, ricco di cultura e di tradizioni: in un viaggio nel tempo nei ruderi medioevali. Nella costruzione del sito, gli elementi che ci hanno spinto sono state la passione per il nostro paese e la volontà di farlo conoscere anche a chi è lontano, ripercorrendo le sue antiche strade.

OMELIA  A  SAN FOCA 12-08-2007

 

Benvenuti a tutti.

Benvenuti a  voi, amministratori comunali di questo magnifico paese. E' un ottimo esempio quello che date, partecipando alla santa Messa, nonché, questa sera, alla Processione. Benvenuti a voi, solerti vigili urbani e a voi carissimi rap­presentanti delle forze dell’ ordine. Giorno di festa, giorno solenne, giorno importante per la nostra comunità parrocchiale e civile. Non è un giorno qualsiasi, ma il giorno in cui la comunità è più che mai unita, unita nei sentimenti, nelle progettualità, nel comune cammino, e perché no? Unita nella fede e nei valori cristiani.

In questo giorno così importan­te, un santo, e non un santo qualsiasi, ma il nostro Santo Patrono, legame di cuori e di intenti, ci presenta tutti, ciascuno di noi, alla benevolenza del Padre. Ci raccomanda chiede perdono per noi, ci affida fiduciosamente alla sua sconfinata bontà. San Foca, sempre, ma oggi più che mai, ci dice: seguite Gesù, ascoltate la sua parola.

E' ciò che noi abbiamo fatto, leggendo il vangelo.

E' ciò che noi stiamo per fare, meditando il vangelo.

Le esortazioni che Gesù ci dà attraverso questo brano sono varie, al punto che possono sembrare slegate, ma mi pare che si possano so­stanzialmente sintetizzare a questo: siate vigilanti! La vigilanza è presentata con immagini diverse: la persona pronta al cammino (fianchi cinti e lampade acce­se); il servo che aspetta il pa­drone dalle nozze; il padrone di casa che non si lascia sorprendere dal ladro; il servo che svolge fedelmente il proprio compito, oppure se ne dimentica. Ognuna di queste immagini ha un senso proprio, ma tutte portano un'idea unica: saper vivere il presente alla luce del futuro, quel che passa alla luce di quel che resta.

Solo così si è vigilanti e non addormentati; consapevoli e non incoscienti; agilmente pronti al cammino e non pesantemente installati, radicati.

In fondo è quello che richiede anche l'insegnamento fatto precedentemente da Gesù, quello sul tesoro: bisogna farsi un tesoro che non sia solo per l’oggi, ma per l'eternità.

Ognuno ha il proprio tesoro, quelle cose che sente prezio­se, importanti, fondamentali. Lì è il cuore, si concentrano le energie, ruotano i pensieri e le emozio­ni, si impiegano le risorse, si spende il tempo, la vita. Proviamo a rispondere a que­sta domanda: dov'è il mio cuore? Spesso è "sulla terra", cioè in qualcosa che sta sem­plicemente sul piano umano, immediato, inconsistente e senza futuro. Chi non è vigilante non sa farsi un vero tesoro, non sa investire nelle direzioni giuste, accumula beni insigni­ficanti.

Questa mancanza di vigilanza si concretizza nella volontà di farsi tesori sulla terra, di garantirsi la vita mediante l'accumulo di beni materiali, fino a inaridire il proprio cuore, ad usare gli altri, a sfruttarli, come nel caso del servo che si mette a picchiare gli altri. Naturalmente, non si tratta di estraniarsi, di non vivere il presente aspet­tando il futuro; piuttosto di vivere intensamen­te il presente alla luce del suo significato profondo, quello definitivo e ultimo. Siamo chiamati a trattare bene oggi le persone che il Signore ci affida, fino ad amarle, siamo chiamati ad utilizzare bene le capacità, i talenti che il Signore ci ha donato, siamo chiamati a guardare ol­tre, non solo al presente, contigente, ma a tutto il corso della nostra vita, vale a dire all'eternità.

In concreto, quando lasceremo questo mondo, cosa porteremo con noi? San Foca, in tutto questo ci è di esempio, ci è faro luminoso che illumina la strada di sem­pre, la vita di sempre. Lui ha saputo vivere la sua vita terrena all'insegna dell'amore: per l'amore a Dio ha saputo amare il prossimo, profondamente e continuamen­te, fino a lavorare per lui, a sfamarlo gratuitamente, senza aspettarasi alcuna ri­compensa.

Lui, così facendo si è procura­to un tesoro per l'eternità. la sua santità al cospetto di Dio e degli uomini.

 

Ringraziamolo, imitiamolo!

 

Don Pasquale  Sergi

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Per maggiori informazioni scrivere a: phocas@francavillaangitola.com

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