Benvenuti nel sito di Giuseppe Pungitore, dell'ing. Vincenzo Davoli, di Mimmo Aracri ed Antonio Limardi, punto d'incontro dei navigatori cibernetici che vogliono conoscere la storia del nostro meraviglioso paese, ricco di cultura e di tradizioni: in un viaggio nel tempo nei ruderi medioevali. Nella costruzione del sito, gli elementi che ci hanno spinto sono state la passione per il nostro paese e la volontà di farlo conoscere anche a chi è lontano, ripercorrendo le sue antiche strade.

5 MARZO 2010 - SAN FOCA

la festa tradizionale rivissuta da lorenzo malta

Terminata la festa l'amico e devoto Pino Pungitore mi dice: "Hai visto alla fine i capricci delle nuvole ed il soffio gelido del vento si sono sottomessi alla volontà di santo Focas che ha voluto la sua processione. Dobbiamo scriverlo, dobbiamo farlo sapere a tutti"

E ' un inverno lungo, piovoso e freddo quello che ci sta lasciando e altrettanto fredda e deprimente è la stagione che sta attraversando la nostra comunità.

Rincorro con la memoria altri 5 marzo quando perfino l'aria aveva un altro profumo, bisognava correre lungo la via principale del paese, sorpassare la coda dei fedeli per anticiparli e potersi sistemare nelle navate- la destra per gli uomini, la sinistra per le donne- e da lì  ascoltare comodamente la funzione. Talmente forte era il richiamo del santo in quegli anni; oggi il posto in chiesa lo si trova facilmente e mi tornano in mente le parole di mia madre che mi raccontava come ai suoi tempi anche i Rosari nel mese di maggio erano affollati, ed i richiami alla compostezza urlati dall'arciprete Caria neppure si capivano.

Altri tempi! Allora si aveva bisogno di Dio, oggi in chiesa non si va, c'è un film o una "puntata" da non perdere.

II sacro tempio dunque quest'anno non era gremito, ma regnava in esso un rispettoso silenzio, un'attenzione sentita, segno di un autentica devozione al nostro santo protettore, ed in questo clima si sono potute ascoltare le parole dei due celebranti. don Pasquale Sergi e don Vincenzo Fiumara.

Tra i più belli in assoluto è stato il passo del Vangelo letto dal nostro parroco ed efficacemente commentato da don Vincenzo.

Se la memoria non mi inganna anche un famoso film americano "Il falò delle vanità" si apre con la celebre frase che identifica questo passo:

" A che serve guadagnare tutti i tesori del mondo se poi si perde l'anima?" Che domanda disarmante, in essa c'è l'essenza della morale cattolica. Noi tutti presi dalla rincorsa perenne al benessere materiale e dall'aspirazione ad un modello di vita autosufficiente dovremmo meditare più spesso su questa domanda .

Noi che abbiamo ribaltato l'armonioso rapporto corpo-anima a svantaggio di quest'ultima e che sempre di più rafforziamo un materialismo che seppure non nichilista tende a confinare Dio o a metterLo in disparte, e questo processo di accantonamento diviene irreversibile e tramandabile. Ecco perché oggi la fede è vissuta in modo superficiale come se fosse un optional o peggio ancora una moda passata.

Riscopriamo Dio solo quando ci rendiamo conto della corruttibilità della carne per effetto del dolore fisico e morale.

Perciò oggi diventa prioritario ripristinare l'equilibrio corpo-anima soprattutto alla luce di quella scomoda domanda che può essere letta anche così: "le ricchezze, i piaceri terreni valgono la dannazione eterna? " E' bene concludere con le parole di don Vincenzo Fiumara che ricordava come nessuna sostanza sulla terra dà gioia perenne, tutto passa .       AI prossimo San Focas.                                                                                        

Francavilla 6/3/2010                                                                                                 Lorenzo Malta       

 

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