Benvenuti nel sito di Giuseppe Pungitore, dell'ing. Vincenzo Davoli, di Mimmo Aracri ed Antonio Limardi, punto d'incontro dei navigatori cibernetici che vogliono conoscere la storia del nostro meraviglioso paese, ricco di cultura e di tradizioni: in un viaggio nel tempo nei ruderi medioevali. Nella costruzione del sito, gli elementi che ci hanno spinto sono state la passione per il nostro paese e la volontà di farlo conoscere anche a chi è lontano, ripercorrendo le sue antiche strade.

La comunità di Francavilla Angitola in visita ad Assisi

Cronaca della gita col sindaco Anello ed i suoi cittadini

Nei giorni scorsi un folto numero di cittadini francavillesi capitanati dal sindaco Giuseppe Anello insieme agli assessori Francesco Pungitore, Bruno Galati, Fausto De Caria, Antonio Aracri, a padre Tarcisio Rondinelli, ai membri dell’oratorio San Domenico Savio, al team di francavillaangitola.com e del gruppo escursionisti “il grappolo”, si sono recati in pellegrinaggio ad Assisi, Cascia, Perugia e Gubbio, gita questa che ha coinciso quest’anno con la donazione dell’olio  alla città della Pace,  da parte della nostra Regione Calabria. Con una puntualità veramente esemplare la comunità di Francavilla si è radunata in maniera gioiosa e calma all’inizio del paese, nella tarda serata di giovedì, pronta a partire alla volta della lontana Umbria, che è stata raggiunta dopo quasi 12 ore di viaggio in pullman. Sempre in maniera pacata ed attenta la comitiva formata soprattutto da nonnini, dopo essersi sistemata in albergo nella tarda mattinata, è  ripartita subito dopo alla volta di Santa Maria degli Angeli per porger un saluto alla bellissima e caratteristica “Porziuncola” custodita all’interno della Basilica. L’affascinante Assisi con la sua anomala temperatura primaverile ha accolto i nostri visitatori in un silenzio ovattato. La Basilica maggiore ormai ricostruita e restaurata dopo il terremoto che l’aveva ferita nella sua volta a crociera centrale del transetto, la Basilica inferiore, la tomba dell’umile Francesco, il più profano e storico borgo medievale, passando per la chiesa di Santa Chiara ad un caratteristico museo della civiltà artigiana, e alla visita delle varie botteghe, ha interessato ed estasiato il singolare gruppo calabrese, che ha ultimato la giornata in programma con la partecipazione collettiva alla Santa Messa nella Basilica, concelebrata da padre Tarcisio Rondinelli, guida spirituale delle comunità in questo viaggio. Il parroco di Francavilla, Don Pasquale Sergi, rimasto al paese per motivi di salute, ha mandato comunque un messaggio ai suoi parrocchiani ricordando che la gita ad Assisi organizzata dal Comune, ‹‹non sia solo un’ occasione di sano svago, ma soprattutto un momento di crescita spirituale, culturale e relazionale››. Cosa questa avvenuta, grazie alle varie preghiere recitate lungo il cammino, al ripercorrere tramite racconti e la visita dei luoghi cari ai tre santi, Francesco, Chiara e Rita, stelle luminose che rischiarano il percorso della vita dei cristiani tramite i loro gesti ed esempi; a livello culturale, degne di plauso sono state le delucidazioni date dall’ingegnere Vincenzo Davoli, storico di Francavilla, mentre per quanto riguarda le relazioni sviluppatisi durante il viaggio, meritano un capitolo a parte degno di nota. Una comunità come pochi comuni ormai possono vantare. Unità, solidarietà, semplicità, correttezza, gioia di stare insieme tutti coesi, una vera e grande famiglia, con la quale è stato un vero piacere vivere un’esperienza unica nel suo genere. Tanti complimenti al sindaco Anello sono giunti da tutti i viaggiatori, ottimo il viaggio, il cibo, il pernottamento e l’organizzazione. E prendendo spunto dal discorso della mascotte del gruppo, nonno Antonio Attisani, novantaduenne francavillese doc: ‹‹ vogliamoci tutti bene, perché siamo una sola e grande famiglia, chiamata umanità››. Nei giorni seguenti fra banchi di nebbia e temperatura mite il gruppo calabrese ha proseguito le visite a Cascia, Perugia e Gubbio, ripartendo alla volta del paese del Drago domenica dopo l’ora di pranzo, un po’ stanchi, ma contenti dei bei giorni passati insieme che da oggi in poi occuperanno un posto speciale.

Carmensissi Malferà    "CalabriaOra  Novembre  2006"

ALBUM  FOTO  DI  GIUSEPPE  PUNGITORE

 

      Arrivo all' albergo di Rivotorto (Assisi)          Basilica  Santa  Maria degli Angeli

 

         Cappella della  Porziuncola                   Reliquia del  Santo

 

       San  Francesco predica alle  tortore            Assisi - Porta  San Francesco

 

                   Il Sacro  Convento                 Basilica di San Francesco

 

            Padre Tarcisio  e  amici                      Il Sagrato della  Pax

 

        Padre Tarcisio nella Basilica inferiore        Cascia  - porticato di accesso a S. Rita

 

      L' urna  di Santa  Rita da Cascia           Gubbio  - Palazzo  dei Consoli

 

        Piazzale  Palazzo  dei Consoli                        Il  gruppo

 

   Gubbio  davanti alla chiesa di S. Francesco              Il  Sindaco  con  amici

 MESSAGGIO  DI DON PASQUALE  SERGI

La gita ad Assisi, organizzata dal Comune, non sia solo occasione di sano svago, ma momento di crescita spirituale, culturale e relazionale.

Ringrazio il Sindaco per avermi invitato a partecipare a questo viaggio insie­me a tutti voi. Vi saluto affettuosamente, augurandovi ogni bene.

L'ultimo sindaco ad avermi invitato era stato "Ciccio" Condello. Eravamo bene organizzati, tutto in funzione degli anziani: oltre all'assessore ai Servizi Sociali (De Caria Saveria) ero presente io, un medico (Vincenzo Carchedì) e alcuni animatori-accompagnatori (incaricati dall'Amministrazione comunale e dal sottoscritto). E' stato tutto meraviglioso.

Si ritornava a Francavilla un po' stanchi fisicamente, ma "ringiovaniti" e proiettati col pensiero alla successiva gita che ci avrebbe fatto crescere come gruppo. Gli anziani in quei giorni dimenticavano i vari acciacchi e ognuno si dava da fare perché gli altri stessero "bene". Altrettanto spero sia quest'anno, anche se il gruppo non è omogeneo (per età) come allora e anche se io non potrò essere presente per motivi di salute (viaggiare di notte, per me, sareb­be troppo!).

Comunque, attraverso alcuni miei collaboratori che sono in viaggio insieme a voi, dopo la proiezione di "Francesco", vi offro ancora il mio contributo, il so­stegno e la benedizione.

Ecco il perché di questi fogli. Mi sono limitato ad offrirvi riflessioni e notizie sui grandi Santi dì Assisi. Per quanto riguarda la storia. l'arte etc. sicuramente ci penseranno altri. I libri, contenenti canti sacri e non, vi saranno utili per gioire insieme attraverso la melodia. Vi prego di riconsegnarli a fine viaggio, in modo che si possano utilizzare in futuro. Buon viaggio nel Signore.

Vi raccomando: incominciate il viaggio con una preghiera comune e, nella Ba­silica di San Francesco, raccomandate anche me al Signore. Grazie e buon di­vertimento.

 

Tra noi e Francesco c'è una spontanea simpatia, lo sentiamo vivo, vicino a noi. La sua vita ci affascina perché in lui ammiriamo quello che anche noi vorremmo  essere. Ammiriamo la gioia, la semplicità, l'armonia, la serenità, la concretezza...

Ci può però capitare di non cogliere la sostanza vera della vita di Francesco, potremmo anche rimanere a livello superficiale. Noi vogliamo tentare di cogliere qualcosa del segreto della sua vita riu­scita. Vogliamo provare a scoprire un po' il mistero che l'ha reso quel che è. Questo mistero è il suo rapporto con Dio: qui c'è la radice di tutto e se non si parte da qui non si può capire nulla della sua vita.

 

Francesco non fa delle teorie, ma vive. Vive un'esperienza semplice e forte che pren­de tutto il suo essere, tutta la sua vita. Francesco non è una persona di preghiera, ma, per la strada del Vangelo, diventa persona di preghiera e anche a noi fa venire voglia di incamminarci per la stessa strada: lui ci può essere di aiuto con il suo stile di vita. Ma quali sono gli elementi fondamentali di questo modo di camminare con il Signo­re, di questo stile di vita?

È un cammino che coinvolge non un "settore", ma tutta la persona. È un cammino che ci invita a superare i nostri orizzonti spesso troppo bassi. È un cammino che va affrontato con pazienza, fiducia, speranza, costanza... È un cammino che manifesta la necessità di un concreto e permanente atteggiamento di conversione-liberazione di tutta la nostra persona.

È un cammino di comunione e di condivisione, che porta, attraverso il condividere, la maturazione all'interno di una Comunità.

San Francesco d'Assisi

Nasce, tra il Dicembre 1181 e il Settembre 1182, da Pietro Bernardone dei Moriconi, ricco mercante di stoffe e spezie, e dalla nobile Signora Pica Bourlemont, un figlio a cui viene dato inizialmente (dalla madre) i) nome di Giovanni. La leggenda vuole che Giovanni (Francesco) sia stato concepi­to durante il viaggio in Terra Santa della matura coppia.

I) padre; che al momento della nascita era ini Francia per affari, quando ritornò ne cambiò il nome in Francesco e, con tale nome, fu ed è comune­mente e generalmente conosciuto.

I) giovane Francesco studiò il latino ed il volgare, la musica e la poesia. II padre gli insegnò il francese ed il provenzale. Pietro Bernardone ovviamente desiderava avviarlo all'attività del commercio e così Francesco si trovò adolescente n lavorare dietro il bancone nella bottega paterna.

Un primo atto di carità

5i narra che Francesco era un giorno intento nel lavoro di bottega quando alla porta si presentò un mendicante che chiedeva elemosine. Francesco pri­ma lo scacciò in malo modo, ma poi pentitosi 6o inseguì e gli chiese scusa e gli offrì una grande elemosina.

E' il Novembre 1202. Francesco ha vent'anni e lo spirito cavalleresco lo porta a partecipare alla guerra tra Assisi e Perugia. Gli eserciti si scon­trarono a metà strada nei dintorni dell'attuale Collestrodo.

Perugia (Peroscia) sconfisse l'esercito di Assisi e tra i prigionieri vi era anche Francesco.

La prigionia, che durò oltre un anno, non f u ne breve ne dorata. Francesco tornò a casa malato e solo !e amorevoli cure della madre ed il tempo lo ri­stabilirono.

Spinto dal Suo spirito cavalleresco decise di seguire Gualtiero de Brienne nel sud Italia, ma giunto a Spoleto, ebbe un'apparizione dei signore, che gli ordinava di tornare indietro e gli disse:

Francesco, chi è meglio seguire , il servo od il Padrone ? “

Francesco rispose  “Meglio il Padrone “. “E allora perchè dunque Ti affanni a cercare il servo invece del Padrone?””cosa vuoi che io faccia o Signore ?””Ritorna ad Assisi “”Non è questa la tua  vita”.

Francesco lasciò gli esterrefatti compagni di avventura e fece ritorno ad Assisi, abbandonando definitivamente l'idea di una vita militare.

L'incontro con Madonna Povertà

E' l'estate dei 1205. La conversione di Francesco sta prendendo corpo. Di questo periodo ci sono noti solo alcuni eventi ...

Nel primo, Francesco è a Roma nel 1206. Qui, forse incoraggiato da! suo anonimato, gettò i suoi denari nella cesta delle elemosine e scambiò i suoi abiti con quelli di un mendicante, per poi mettersi anch'egli a mendicare di fronte a San Pietro. Nei secondo, Francesco nella piana di fronte ad Assisi incontra un Lebbroso. Frenando !a naturale ripugnanza e vincendo lo spirito di conservazione che lo avrebbe portato n fuggire, gli si avvicinò e io baciò con il bacio dell'Amore per poi continuare nel suo cammino. Ma poi, poco dopo, voltandosi si rese conto che il Lebbroso era sparito. Quel Lebbroso era Gesù Cristo che era sceso in terra per ricevere il ba­cio dal suo Servo.

La conversione

Gli amici, non capendo cosa stava succedendo al loro compagno di brigata, pian piano lo isolarono. II padre, capendo che le sue attese sui quel primo­genito stavano scevrando, era disperato. Probabilmente anche (a madre non capiva cosa succedeva a Francesco, ma, dei madre, lo confortava. Così Francesco scelse il silenzio e !a meditazione tra le campagne di Assi­si, forse in quelle grotte od anfratti che esistono sotto i) Colle dell'In­ferno. Non disdegnava altresì di fare tappa nella Chiesetta di San Damia­no che dista appena 2 chilometri da Assisi.

E fu qui, un giorno come tanti altri tra il 1206 ed i! 1207, che il crocifisso della cnppellina si animò dicendogli per tre volte: “Va , o Francesco  ripara la mia casa in rovina”.

Francesco tornò a bottega caricò di stoffe un cavallo ed andò a venderle a Foligno e, dato che gli sembrò di avere ricavato troppo poco, vendette anche il cavallo! Con i denari ricavati andò dal sacerdote di San Damiano. Immaginate la scena: Francesco vuole donare quei denari al prete che co­noscendolo, o meglio conoscendo Pietro Bernardone, non li vuole. Francesco insiste e finisce con il gettare quei denari dentro la chiesa .... quando arriva un l'irato Pietro Bernardone. Questa volta Francesco non ebbe il coraggio di affrontare apertamente il padre e preferì nascondersi per oltre un mese. Ad affrontare Pietro Bernardone fu invece il prete ... che optò per restituire i denari ricevuti da Francesco.

Francesco voleva rompere con il mondo terreno per arrivare ad una vita di estasi e di spiritualità. Sempre più spesso nella sua testa risuonavano le parole:

“Chi ama il padre e la madre più di Me. Non è degno di Me”.

II comportamento di Francesco era sempre più strano fino a che un giorno si mise a camminare per le strade di Assisi vestito di stracci e sporco co­me pochi. In questo stato lo trovò, o forse è più giusto dire, lo raccolse il povero Pietro Bernardone. Convinto di avere un f iglio malato (di pazzia) lo riportò a case e rinchiuse in quella che oggi è ricordata come In cella di San Francesco. Come suo solito Pietro Bernardone andò per il mondo a commerciare lasciando Francesco in custodia alla madre ... che lo lasciò li­bero! La storia ci racconta come andò a finire la cosa: Pietro Bernardone ritornato dai suoi viaggi scoprì che Francesco era libero e lo ricercò per diseredarlo. Pensando da laico Pietro si rivolse ai Consoli di Assisi, ma Francesco, che questa volta non ebbe il timore di nffrontarlo, gli contrap­pose i! Vescovo di Assisi Guido II, davanti a1 quale, in pubblica piazza, Francesco rinunciò a tutti i beni paterni. Da quel giorno San Francesco entrava a servizo di Dio, ma non era ancora n'è un sacerdote nè un frate! Preferì allontanarsi per un certo periodo dei Assisi. Si recò a Gubbio che, in quel periodo, era "assediata" da un feroce lupo, che incuteva terrore e morte tra gli Eugubini. II santo lo affrontò e solo con le sue parole lo am­mansì rendendolo docile e domestico. Questo è considerato il primo mira­colo di San Francesco.

Ritornato ad Assisi alla fine dei 120% si dedicò per tutto il 1208 alla ripa­razione di San Damiano, di San Pietro alla Spina e della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli.

In questi anni San Francesco abita presso la piccola cappella della Porziuncola. Un benedettino dell'Abbazia dei Monte Subasio celebra saltua­riamente la Santa Messa. E' il 24 Febbraio 1209.

II benedettino legge dai Vangelo di Matteo il capitolo X e per San France­sco si apre un mondo comprendendo (finalmente) cosa deve fare:  “ Non Vi procurate oro ed argento o denaro per le vostre tasche, non una borsa  da viaggio, ne due tuniche , ne calzature e neppure un bastone , poichè  l’ operaio ha diritto al suo sostentamento 2  (Matteo-10,10 ).

 

Santa Chiara di Assisi (1193 - 1253)

Assisi vanta di aver dato i natali ad un altro personaggio che insieme a San Francesco ha significato molto nella storia e nella vita della Città.

Chiara nasce da una nobile famiglia nel 1194, da Favarone di Offreduccio di Bernardino e da Ortolana.

La madre, recatasi a pregare alla vigilia dei parto nella Cattedrale di San Rufino, sentì una voce che le predisse: "Oh, donna, non temere, perchè felicemente partorirai una chiara luce che illuminerà i I mondo".

La bambina fu chiamata Chiare e battezzata in quella stessa Chiesa. Si può senza dubbio affermare che una parte predominante della educa­zione di questa fanciulla è dovuta proprio alla Cattedrale di San Rufino, la sua Chiesa, dove poco distante sorgeva la casa paterna.

L'ambiente familiare di Chiara era pervaso da una grande spiritualità.

La madre educò con ogni cura (e sue figlie e fu tra quelle dame che ebbe­ro la grande fortuna di raggiungere la Terra Santa al seguito dei crociati. L'esperienza della completa rinuncia e delle predicazioni di San France­sco, la fama delle doti che aveva Chiara per i suoi concittadini, fecero sì che queste due grandi personalità s'intendessero perfettamente sul modo di fuggire dei mondo comune e donarsi completamente alla vita contempla­tiva.

 

La notte dopo la Domenica delle Palme (1B marzo 1212) accompagnata da Pacifica di Guelfuccio (prima suora dell'ordine), la giovane si recò di na­scosto alla Porziuncoln, dove era attesa da Francesco e dai suoi f rati.

Qui i) Santo la vestì del scio francescano, le tagliò i capelli consacrnndoln alla penitenza e la condusse presso le suore benedettine di 5. Paolo a Ba­stia Umbra, dove il padre inutilmente tentò di persuaderla a far ritorno a case. Consigliata da Francesco si rifugiò allora nella Chiesin® di San Dn­miono che divenne la Casa Madre di tutte le sue consorelle chiamate dap­prima "Povere Dame recluse di San Daminno" e, dopo la morte della Santa, Clarisse.

Qui visse per quarantadue anni, quasi sempre malata, iniziando alla vita religiosa molte sue amiche e parenti comprese la madre Ortolana e le so­relle Agnese e Beatrice.

Nel 1215 Francesco la nominò badessa e formò una prima regola dell'Or­dine che doveva espandersi per tutta Europa.

La grande personalità di Chiara non passò inosservata cigli alti prelati, tanto che il Cardinale Ugolino (legato pontificio) formulò la prima regola per i successivi monasteri e più tardi le venne concesso il privilegio della povertà con il quale Chiara rinunciava ad ogni tipo di possedimento.

Nel 1243 durante un'incursione di milizie saracene ne) Monastero di San Damiano, Chiara scacciò con un atto di coraggio la soldatesca.

La fermezza di carattere, la dolcezza del suo animo, il modo di governare la sua comunità con la massima carità e avvedutezza, le procurarono la stima dei Papi che vollero persino recarsi a visitarla.

La morte di San Francesco e le notizie che vari monasteri accettavano possessi e rendite amareggiarono e allarmarono la Santa che sempre più malata volle salvare fino all'ultimo la povertà per il suo convento compo­nendo una Re go/a(simile a quella dei Frati Minori) approvata poi dai Cardi­nale Rainaldo (futuro papa Alessandro IV) nel 1252 e alla vigilia della sua morte da Innocenzo IV, recatosi a 5. Damiano per portarle la benedizione e consegnarle la bolla papale che confermava la sua regola; il giorno dopo (11 agosto 1253) Chiara muore, officiata dai Papa che volle ccintare per lei non l'ufficio dei morti, ma quello festivo delle vergini.

II suo corpo venne sepolto a San Giorgio in attesa di innalzare la chiesa che porta i I suo nome.

Nonostante l'intenzione di Innocenzo IV fosse quella di canonizzarla su­bito dopo la morte, si giunse alla bolla di canonizzazione nell'autunno del 1255, dopo averne seguito tutte, le formalità, per mezzo di Alessandro IV.

Preghiera  semplice

Signore, fa di me

uno strumento della Tua Tace:

Dove è odio, fa ch'io porti l’Amore, Dove è offesa, ch'io porti il Perdono, Dove è discordia., ch'io porti l’Unione, Dove è dubbio, ch'io porti fa Tede, Dove è errore, chi'io porti fa Verità, Dove è disperazione, ch'io porti la Speranza, Dove è trístezza, ch'io Porti la Gioia,

Dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce.

Maestro, fa che io non cerchi tanto Ad esser consolato, quanto a consolare; Ad essere compreso,, quanto a comprendere; Ad essere amato, quanto ad amare.

Poíché, così è: Dando, che si riceve; Perdonando, che si è perdonati; Morendo, che si risuscita a Vita Eterna.

Francavilla Angitola,  16-17-18- Novembre 2006

 

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Per maggiori informazioni scrivere a: phocas@francavillaangitola.com