Benvenuti nel sito di Giuseppe Pungitore, dell'ing. Vincenzo Davoli, di Mimmo Aracri ed Antonio Limardi, punto d'incontro dei navigatori cibernetici che vogliono conoscere la storia del nostro meraviglioso paese, ricco di cultura e di tradizioni: in un viaggio nel tempo nei ruderi medioevali. Nella costruzione del sito, gli elementi che ci hanno spinto sono state la passione per il nostro paese e la volontà di farlo conoscere anche a chi è lontano, ripercorrendo le sue antiche strade.

LA SETTIMANA SANTA- PASQUA 2010

Benedizione delle Palme, presso la Croce dei padri Passionisti

Secondo la tradizione  ormai consolidata i fedeli  si sono radunati  presso la  Croce  dei padri Passionisti  in via Roma .  Qui  l’ Arciprete Don   Sergi  ha  rievocato  l’entrata festosa  di Gesù a Gerusalemme  ed ha benedetto  le palme, i rami di ulivo  e le fronde d’ alloro  portate dai fedeli. Quindi  il corteo  si è mosso verso la  chiesa di San Foca. Sul  sagrato della chiesa si è ripetuto il tradizionale rito di apertura del portone .  La parte più  commovente della Messa  è stata,  come ogni anno,  il racconto evangelico della  Passione  di Cristo ,  recitato  a più  voci.  E’ seguita    l’omelia del  parroco,                                                                                                                                                                                      

   

GIOVEDI’  SANTO – 1 APRILE  2010

L'ultima cena

Un Giovedì santo all'insegna della ri­flessione e della preghiera. Nella parrocchia di   Francavilla,  si è ri­vissuto, nel rito della Cena, uno dei più commoventi e toccanti momenti della vita di Cristo in terra, l'immenso amore per l'umanità, l’istituzione del sacramento dell’Eucaristia. Sempre molto suggestivo il  rito della  la­vanda dei piedi  dei  12 apostoli posti ai piedi dell'al­tare.   Un rinnovarsi, dunque, di quell’ antica sera di oltre duemila anni fa, nella quale Cristo volle condividere la cena di pane e vino assieme ai suoi, prima dell'abbando­no e della solitudine che lo avrebbero portato al monte Calvario. Alla fine della Messa il pane benedetto, sotto forma  della tipica  ghuccidhata francavillese,  è stato donato ai dodici apostoli. 

GIOVEDI’ SANTO 2010

Il cuore di questa liturgia è come segnato dal desiderio di Gesù di fare la Pasqua con i suoi, quelli di allora e quelli di oggi. Gesù sente il bisogno di averci accanto, di starci vicino. E se noi siamo quì, è perché vogliamo essergli amici, discepoli e testimoni.

Stargli ac­canto è di grande conforto per lui, che di lì a poco sarà tradito, arrestato, malmenato, ucciso.

Due gesti sono al centro della Pasqua di Gesù: la lavanda dei piedi e l’istituzione dell’Eucaristia.

L’evangelista narra che Gesù, a un certo momento della cena, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugamano, si inginocchiò da­vanti a ogni discepolo lavandogli i piedi, anche quelli di Giuda.

L’imbarazzo fu generale.

Quindi Gesù disse loro: “Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore, e dite bene, perché lo sono.

Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavar­vi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi”.

Il comando evangelico è rivolto a tutti i discepoli, anche se nel rito li­turgico solo il sacerdote si china a la­vare i piedi.

E’ ovvio che non si tratta di un gesto esteriore; quel che il van­gelo chiede è un atteggiamento di vi­ta, è uno stile di servizio e di umiltà.

Se c’è gente che si china su chi ha bisogno d’amicizia, d’affetto, di comprensio­ne, d’accoglienza, d’aiuto, la pre­senza del Signore sarà concreta e visibi­le in questo nostro mondo.

Gesù, quella sera, oltre ad essersi chinato per lavarci i  piedi, si è anche fatto cibo per noi.

Egli, racconta l’apostolo Paolo nella Let­tera ai Corinzi, «nella notte in cui veniva tradito, prese il pane e disse: “Questo è il mio corpo, che è per voi; prese poi il calice dicendo: questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue».

Cosa non ha inventato il Signore, per stare per sempre con i suoi discepoli!

L’Eucaristia è senza dubbio il miracolo dell’amore, della totalità dell’amore.

Ma come Gesù è presente nel pane e nel vino? E’ pre­sente come pane “spezzato” e co­me sangue “versato”, cioè come uno che dona tutto sé stesso, che si spezza e versa tutto il suo sangue per noi.

Egli è presente come l’ami­co che ama sino alla fine, oltre l’immaginabile.

Nell’orto degli ulivi, quando i soldati vanno per catturarlo, egli dice loro: «Se cercate me, lasciate stare loro».

Non voleva che i suoi amici corressero alcun pe­ricolo. Quale amore!

Con l’eucaristia Gesù non solo si avvicina a noi per starci accanto; entra dentro, diventa car­ne della nostra carne, come noi siamo carne e sangue della nostra mamma.

L’ostia e il calice, presenti su tutti gli altari del mondo, sono il segno visi­bile di un amore che non ha limiti.

L’eucaristia è davvero un sacra­mento di salvezza: ci salva da una vi­ta ripiegata su noi stessi e ci trasfor­ma in uomini e donne che sanno in­ginocchiarsi davanti ai deboli e ai poveri, rendendo così vero e reale l’amore del Signore.

Accostiamoci dunque al pane della vita e al calice della sal­vezza e saremo trasformati!

    

VENERDI’ SANTO- 2 APRILE 2010 

Azione Liturgica con Predica della Passione - Processione del Cristo morto.

Alle ore 17.30 nella chiesa affollata di fedeli  ha avuto inizio  l’azione liturgica  commemorante  la passione e morte  di Gesù Cristo.  Il momento focale  della cerimonia  è stata  la “Predica  della Passione” con  il commovente  rituale   del­la "chiamata"; il sacerdote "chiama" la Vergi­ne Addolorata e consegna alle sue braccia il Figlio morto.                                                                  A1 termine della funzione religiosa  è iniziata  la lunga proces­sione penitenziale del Cristo morto ,  accompagnato  dalle statue  di San Giovanni,  della Madonna Addolorata e  dell’ Ecce Homo, e dal personaggio vivente rappresentante  il  Cireneo  che  si sostituisce  a Gesù  nel portare  la pesante Croce. La  processione  si è snodata nelle vie di  Francavilla arrivando fino  al  Calvario (Viale del Drago),  dove è  stato acceso  un  grosso falò,  a cura  di  Domenico Costa  e Dino Malta.                          Un tempo , prima delle modifiche  apportate ,   la processione  del Cristo Morto  si svolgeva  anche alla luce  del sole nel mattino del Sabato Santo.  

 

              

Sabato notte

VEGLIA PASQUALE   2010

L’alleluia, la luce e la gioia esplodono nella veglia pasquale, madre di tutte le veglie.

La chiesa si rallegra per la gioia profonda della Resurrezione, verità centrale e fondamentale da cui prende l’avvio il suo essere nel mondo.

Siamo chiesa per testimoniare la Resurrezione, per gridare a tutti questa grande e meravigliosa verità: la vita ha vinto la morte, la grazia ha sconfitto il peccato, l’amore ha trionfato sull’ odio. Cristo è risorto.

All’alba del terzo giorno, come aveva predetto è risorto per non morire più. La luce ha preso il sopravvento sulle tenebre.

La luce, che sul calvario era stata spenta dalla cattiveria umana, si riaccende e splende luminosissima, richiamo per tutti gli uomini di ogni tempo e di ogni spazio. Cristo è la luce del mondo.

Camminare nella luce significa seguire Cristo, avere Lui come maestro e guida. Cristo è la stella polare che guida gli uomini nel mare infìdo del mondo. Luce è la sua parola, luce è la chiesa e i credenti.

La Parola di Dio rinnova la memoria degli eventi salvifici, dà forza ai segni sacramentali, riattualizza il mistero.

Quante inquietanti verità non corrodono la nostra vita; quante parole e pensieri non inquinano il retto vivere; quante logiche strane e perverse non uccidono e mandano in frantumi l’umanità!

Non c’è luce, ma tenebre in chi si lascia irretire dal facile guadagno.

Non c’è luce, ma tenebre dove i giovani vivono da sbandati.

Non c’è luce, ma tenebre dove si è eclissata la legalità, il bene comune, il senso della giustizia; nelle case dove non c'è più fedeltà e manca l’amore; nei posti di lavoro dove non c’è il senso del dovere e dove gli interessi privati prevalgono su tutto e su tutti.

Non c’è luce dove non si coltiva la fede con l’ascolto e la meditazione della Parola di Dio, con la preghiera, con la liturgia, con la carità.

Non c’è luce, ma tenebra nei cristiani senza lo spirito della speranza.

Non c’è luce, ma tenebra nei cristiani paurosi e tiepidi.

Non c’è luce ma tenebra nei cristiani che non perseguono l’ideale della comunione. Il cero pasquale è il segno luminoso di Cristo.

L’incontro con Gesù conduce l’uomo di fronte a un bivio: o rifiutare la luce di Cristo perché troppo abbagliante per la nostra vita; o lasciarsi riempire dalla sua luminosità e così diventare noi stessi luce, sale, lievito, misericordia, speranza di salvezza per i fratelli.

DOMENICA DI PASQUA 4 APRILE 2010

rinnovato  l’ appuntamento  con la “cumprunta”

Dopo l’interruzione  dell’ anno passato ,  dovuta  alla forte tempesta di vento,  quest’ anno  si è  ripetuto  l’evento  della  “Cumprunta”, tanto atteso  da  tutti i francavillesi,  sia abitanti  in paese  che  residenti  nei centri vicini,  sia  emigrati  in Italia o   all’estero.

L'attesa è finita, il tempo del do­lore e dello sconforto è lontano. Cri­sto è risorto e ancora una volta ci of­fre il dono della speranza, della vi­ta, del riscatto. I riti della Settima­na si sono conclusi domenica mat­tina con quello antichissimo del­l'Affruntata, o Cumprunta, o Svela­ta, la rappresentazione drammati­ca dell'incontro tra il Cristo risorto e La Madonna Addolorata che se­gna la Pasqua cristiana. Sotto un timido sole e in mez­zo a moltissima gen­te in pazza  Solari , ha avuto luogo l'in­contro tra la Madre celeste e il Figlio Ri­sorto.

 Il rito, come da tradizione, si è svolto rispettando i momenti che scandiscono e segna­no una storia che da più dì duemila anni commuove e affascina il mon­do.

S. Giovanni fa la spola tra Maria Addolorata e il Cristo Risorto. La statua di S. Giovanni viene traspor­tata dai portantini per tre volte con passo svelto, quasi di corsa, in un'atmosfera gioiosa e di attesa. La Madonna si mostra incredula. San Giovanni si affretta a comunicare a Cristo l'atteggiamento della Madre e la necessita che Le vada incontro. A1 terzo viaggio San Giovanni si di­rige verso la Madonna insieme a Cristo risorto. La Madre finalmen­te sì convince dell'avvenuta Resur­rezione e incomincia a correre ver­so il Figlio. Quando le statue sono ormai vicine, Maria è ancora in­credula: non sa se avvicinarsi o al­lontanarsi. Il portantino tira i1 drappo nero della Madonna, che appare vestita a festa, d'azzurro. Attimi carichi di attenzione, tensione, emozione, si sciolgono in un ininterrotto suono di campane e della sirena.  Quindi subito dopo l’incontro ha avuto luogo la processione  per le vie del  paese. Cristo è portato davanti alla non più Mater Dolorosa, ma Gloriosa e a S. Giovanni. Un momento  molto importante per la comunità tutta che,  intorno ad un evento religioso e storico insieme si ritrova e si riconosce in un' identità d'appartenenza, unita dallo stesso desiderio di rinascita spirituale e sociale. Dopo la processione ,  Don Pasquale Sergi ha celebrato  la Santa Messa solenne, nel  corso della  quale sono stati  distribuiti  ai fedeli  i pani  benedetti   a rievocazione  dell’ Eucaristia istituita  durante la  Cena   del Signore  di Giovedì Santo.

Anche quest'anno per le festi­vità pasquali sono rientrati deci­ne di emigrati i quali sono molto legati ai riti religiosi della  Settimana Santa e  di Pasqua.

Omelia di don pasquale sergi   pasqua 2010

 

Cristo è risorto, alleluia! Questo è il fondamento della nostra fede, questa è la nostra fede. Dice l'apostolo Pietro: "Quel Gesù che voi avete cro­cifisso, Dio lo ha risuscitato, e noi ne siamo testimoni “. Questa è la fede di tutta la Chiesa lungo il corso della sto­ria, la fede dei santi e dei martiri, la fede dei popoli e dei cuori, questa è la fede che noi oggi abbiamo, che vogliamo accrescere e te­stimoniare. Cristo risorto è la potenza di Dio, che vince il male e la mor­te, che apre i cieli. Cristo risorto è la potenza di Dio nei problemi del nostro mondo e della nostra vita. Cristo Gesù è vivo nella gloria dei cieli, è vivo e operante ac­canto a noi, in noi. Si tratta di sentirlo e trattarlo come una persona vera, reale, concreta, con la quale viviamo insieme ogni momento. La risurrezione di Gesù ci im­pegna ad una grande fiducia, ad un grande ottimismo. “se Dio è con noi, chi sarà con­tro di noi?", ci dice S. Paolo. La fiducia cristiana non è sem­plice attesa del futuro, ma coscienza che il regno di Dio è in mezzo a noi. La resurrezione è entrata nel mondo ed é come un seme po­tente. La resurrezione parte dal cuore attraverso una liberazione e una trasformazione che ci ren­de capaci di un amore grande che riflette quello di Dio. La resurrezione è dono e con­quista, futuro e presente, attesa ed esperienza insieme. La gioia della resurrezione si può già sperimentare vivendo la carità nelle sue e­spressioni di: servizio, perdono, mitezza, benevolenza, dono di sé. Quanti santi e quanti cristiani hanno vissuto e vivono questa straordinaria esperienza! E' commovente e incoraggian­te pensare a tutto il bene, la bontà, il sacrificio, la fede, la santità che c'è nelle case, nelle città, nel mondo intero. Dobbiamo, per quanto ci è pos­sibile, sostenere, amare, curare chi è nella sofferenza per il suo corpo ammalato, handicappato o invecchiato, ovviamente incominciando dai nostri ammalati ed anziani. Come segno di buona volontà e frutto della santa Pasqua, oggi pomeriggio celebreremo la santa Messa nella villa Amadeo, che ospita i nostri an­ziani. 11 compianto dott. Francesco, degno figlio dell'amico dott. Amadeo, è riuscito a realizzare un mio sogno che nel lontano 1985 ho proposto al Comune e quindi a questa Comunità. Non mi è stato possibile, per contingenti motivi, realizzare quel magnifico pro­getto tra l'altro, allora, presentato agli uffici della Re­gione Calabria dalla locale As­sociazione di Volontariato pro anziani. Per altri contingenti ed inspie­gabili motivi ho dovuto rinviare questo momento da me desi­derato e sentito come un biso­gno interiore. Lo dimostra il fatto che, più volte, nel corso del mio mi­nistero, a Francavilla, ho cele­brato Messa in casa di anziani. Non vedo il perché non avrei dovuto farlo in una casa clas­sica che ospita gli anziani! Ma purtroppo, tante volte, il diavo­lo, impèra attraverso l'uomo. Nella misura in cui saremo uni­ti per il bene comune, parteciperemo concretamente alla risurrezione di Cristo. Ma... si può risorgere in Lui, grazie a Lui, e non sentire il desiderio, il bisogno di dargli un abbraccio, un bacio? Tale bacio avviene accostan­dosi alla Comunione, tale abbraccio avviene serven­dolo nel fratello, qualsiasi sia. Ecco la nostra vera Pasqua, quella che auguro a tutti voi, presenti ed assenti

 

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