Benvenuti nel sito di Giuseppe Pungitore, dell'ing. Vincenzo Davoli, di Mimmo Aracri ed Antonio Limardi, punto d'incontro dei navigatori cibernetici che vogliono conoscere la storia del nostro meraviglioso paese, ricco di cultura e di tradizioni: in un viaggio nel tempo nei ruderi medioevali. Nella costruzione del sito, gli elementi che ci hanno spinto sono state la passione per il nostro paese e la volontà di farlo conoscere anche a chi è lontano, ripercorrendo le sue antiche strade.

              

I MOTI DEL 1848 E LA BATTAGLIA DEL FIUME ANGITOLA

   Il 1848 fu un anno  unico nella storia del mondo contemporaneo,nel quale grandi sollevamenti popolari fecero tremare i troni di tutta Europa e contribuirono prepotentemente a rinnovare l’assetto politico del vecchio continente. ( rivoluzione francese,rivoluzione nell’impero Austriaco,rivoluzione in Germania).

Subito dopo le rivolte di Parigi e di Vienna, scoppiarono anche in Italia sommosse e moti rivoluzionari che si diffusero in tutta la penisola: Napoli, Milano, Venezia, a Palermo una vasta sollevazione popolare che costrinse il sovrano Ferdinando II di Borbone a concedere la costituzione.

A questi moti rivoluzionari parteciparono anche gruppi di calabresi con capo Francesco Stocco, comandante generale delle forze insurrezionali che si andavano formando. nacque in Decollatura,in una casa di campagna sullo scorcio del 1806,quando i Borboni di Napoli fuggivano in Sicilia nella seconda invasione francese del napoletano.

 Filadelfia era il luogo di riunione di tutte le forze insurrezionali e campo generale per la formazione del novello esercito. Fu scelta quella posizione perché dominava la vallata dell’Angitola, gli altipiani che coronano il golfo lamentino,e la pianura,intorno a cui sono Sambiase,Nicastro,Feroleto,Maida,S.Pietro,Curinga Montesoro,Filadelfia Francavilla e che perciò sarebbe stata una posizione strategica,volendo combattere un nemico che da Monteleone cercasse di varcare l’Angitola e raggiungere Catanzaro o Cosenza.

In Filadelfia  convennero da 5 a 6 mila uomini in un lampo, e prima che il Nunziante,sbarcato a Pizzo sotto la protezione di navi da guerra,ordinasse i suoi nella piazza di Monteleone.

Il Generale Stocco dispose una spedizione in Mongiana per impadronirsi di cannoni,rafforzare con altri proseliti le fila dei volontari,ed abituarli all’azione.La spedizione riuscì felicemente; e al difficile compito si adoperò la gente di Maida,di S.Pietro.di Vallelonga,Sansostene,di Saracena e di Filadelfia sotto la guida di Longhi e Fagiani.Ed il generale concesse il posto di onore a Filadelfia.

Intanto le forze del Nunziante si ordinaono per un’azione decisa.                                    Una colonna,comandata dal Maggiore Grossi,fu mandata per le montagne di Monterosso,e Polia ad assalire di fianco il campo di Filadelfia;mentre il Nunziante col forte delle truppe,scese nelle pianure di Monteleone,e Maierato;e per la via postale,marciò verso il Calderaio.

 Il Primo scontro tra i soldati del Borbone e i Liberali del generale Francesco Stocco tra cui vi erano anche gli uomini di don Costanzo Francesco di Nicastro e gli uomini di Pasquale Pizzonia di Polia avvenne sul Ponte dell’Angitola. Si batterono da valorosi,ripiegarono solo quando era follia resistere alle soverchianti numerose truppe borboniche.

Un forte contingente d’insorti era anche dislocato a Francavilla, infatti, in casa di Vincenzo Mannacio erano ospitati il maggiore d’Oglio d’Ippolito, Mazzei di Nicastro, De Nobli, De Riso, ed altri notabili di Catanzaro.                                                       Il movimento di Francavilla era regolato e diretto unicamente da Annible Mannacio fu Scipione.

Egli riceveva e trasmetteva le comunicazioni al generale Stocco per mezzo degli altri cospiratori di Maida, Fabiano ed altri, ai quali le faceva pervenire, e ritirava le analoghe istruzioni, col mezzo di una sua fidata domestica che era di quello stesso paese e che non destava sospetti per la frequenza delle sue visite alla sua famiglia.

A Francavilla funzionava una sede della Carboneria.L’0fficina-era guidata dal chimico farmacista Farina Giuseppe Antonio e dall’avvocato Servello Francesco.

                                         ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

La Spedizione di Sapri   1857

Giovanni Nicotera e i Francavillesi che parteciparono alla spedizione.                          

   La spedizione di Sapri fu una impresa tentata da Carlo Pisacane e da un gruppo ristretto di mazziniani per l’unità d’Italia

Il 25 giugno 1857 a Genova Pisacane s'imbarcò con altri ventiquattro sovversivi, tra cui Giovanni Nicotera e Giovan Battista Falcone, sul piroscafo di linea Cagliari, della Società Rubattino, diretto a Tunisi. Pilo si occupò nuovamente del trasporto delle armi, e partì il giorno dopo su alcuni pescherecci. Ma anche questa volta Pilo fallì nel compito assegnatogli e lasciò Pisacane senza le armi e i rinforzi che gli erano necessari. Pisacane continuò senza cambiare piani, impadronitosi della nave durante la notte, con la complicità dei due macchinisti inglesi, si dovette accontentare delle poche armi che erano imbarcate sul Cagliari.

Il 26 giugno sbarcò a Ponza dove, sventolando il tricolore, riuscì agevolmente a liberare 323 detenuti, poche decine dei quali per reati politici per il resto delinquenti comuni, aggregandoli quasi tutti alla spedizione. Il 28, il Cagliari ripartì carico di detenuti comuni e delle armi sottratte al presidio borbonico. La sera i congiurati sbarcarono a Sapri, ma non trovarono ad attenderli quelle masse rivoltose che si attendevano. Anzi furono affrontati dalle falci dei contadini ai quali le autorità borboniche avevano per tempo annunziato lo sbarco di una banda di ergostolani evasi dall'isola di Ponza. Il 1º luglio, a Padula vennero circondati e 25 di loro furono massacrati dai contadini. Gli altri, per un totale di 150, vennero catturati e consegnati ai gendarmi.

Pisacane, con Nicotera, Falcone e gli ultimi superstiti, riuscirono a fuggire a Sanza dove furono ancora aggrediti dalla popolazione. Perirono in 83.

Pisacane e Falcone si suicidarono con le loro pistole, mentre quelli scampati all'ira popolare furono poi processati nel gennaio del 1858. Condannati a morte, furono graziati dal Re, che tramutò la pena in ergastolo. I due inglesi, per intervento del loro governo, furono dichiarati fuori causa per "infermità mentale". Nicotera[2], gravemente ferito, fu portato in catene a Salerno dove venne processato e condannato a morte. Anche per lui la pena fu tramutata in ergastolo solo per l'intervento del governo inglese che guardava con crescente preoccupazione la furia repressiva di Ferdinando II.

A questa spedizione con Pisacane,con Crispi con Giovanni Nicotera, sotto la guida del chimico farmacista Farina Francesco Antonio e dell’avvocato Servello Francesco  parteciparono:  Limardi Giuseppe fu Antonio  e Limardi Salvatore fu Foca.

Quando Il Crispi fu all’apice della carriera politica i Limardi si rivolsero a Lui ma non ebbero risposta.Il Nicotera invece che non aveva avuto la protezione dei Limardi come il Crispi,che fu salvato proprio dai predetti di Francavilla da una sicura cattura fu sempre sensibile  alle richieste dei Limardi e di Tutti i Francavillesi,che a Lui si sono rivolti.

 

-UNITA’ D’ITALIA-                                                                                                                                                       SPEDIZIONE DEI MILLE PER ABBATTERE IL REGNO DEL BORBONE.

     Francavilla ha partecipato alle battaglie che Giuseppe Garibaldi ha sostenuto in Calabria dopo aver sconfitto i borboni a Milazzo.( il 6 agosto avvenne lo sbarco in Calabria, entrò a Napoli il 7 settembre 1860.) per l’unità d’Italia.

I Francavillesi, che hanno seguito Giuseppe Garibaldi, sotto la guida di Mannacio Annibale, fratello di Vincenzo e Fabrizio, sono stati:

  1. Attisani Vincenzo fu Foca (detto Colao)

  2. Bonelli Antonio  fu Giuseppe

    1. Bonelli Carmelo fu Vincenzo

  3. Bonelli Foca Fu Giuseppe

  4. Bonelli Michele fu Vincenzo

  5. Bonelli Vincenzo fu Carmelo

  6. Bilotta Vincenzo fu Vincenzo (Brutto-Lupo)

  7. Blojs Don Vincenzo da Soriano parroco S.M-delle Grazie e di San Foca Mart

  8. De Caria Bruno fu Rosario

  9. De Paro Foca fu Vincenzo(terremoto)

  10. Diaco Rosario fu Domenico

  11. Diaco Vincenzo fu Domenico

  12. Fiumara Antonio fu Vincenzo

  13. Furlano Francesco Antonio Fu Domenico

  14. Gulli Stefano fu Domenico

  15. Giampà Giuseppe fu Giacomo (ramo  trasferito a Roma)

  16. Ionadi Bruno fu Domenico

  17. Ionadi Foca fu Foca (promosso sul campo sergente.Esiste ancora l’agnome in detto casato,apparentato con il casato Simonetti-raffigurato con il nomignolo Sergente degli Attisani-grado conquistato nel 1915-1918

  18. Lazzaro Domenico fu Giuseppe

  19. Lombardo Giuseppe fu Antonio

  20. Lombardo Matteo fu Antonio

  21. Ruperto Francesco fu Vincenzo

  22. Ruperto Vincenzo fu Vincenzo vedi germano sopra

  23. Servello Raffaele fu Domenico Si tratta del ramo detto,vulgo,Panella, trasferitosi a  Pizzo,nel1900

  24. Simonetti Vincenzo fu Foca,vedi Ionadi

  25. Vivono Francesco fu Francesco

  26. Vivono Tommaso fu Francesco

  27. Limardi Antonio fu Foca

  28. Limardi Pasquale fu Foca vedi germano sopra

  29. Limardi Giuseppe fu Antonio

  30. Limardi Salvatore fu Foca vedi germano sopra

Il Mannacio Annibale col suo forte e risoluto nucleo d’armati andarono ad incontrare sul continente il Generale Garibaldi e lo seguì, ma poco dopo fu aggregato quale Capitano di Stato Maggiore al seguito del Generale Stocco e là sui campi di Soveria, ebbe affidato dal generale Garibaldi l’incarico di recare al Generale Ghio, comandante delle forze borboniche, l’ultimatum che se all’alba del giorno successivo non avesse deposto le armi, sarebbe stato attaccato.

Disimpegnò esattamente la sua missione e il giorno seguente 12 mila uomini con artiglieria,cavalleria,genio si arresero ad un pugno di valorosi.

Terminata quell’impresa al Volturno, il Mannacio ritornò nella sua Francavilla.

 

La Massoneria  a Francavilla dopo l’Unità d’ Italia

                                                                                                                                                       

  La Massoneria è una "disciplina esoterica", nel senso che alcuni aspetti della sua attività interna non sono di dominio pubblico e sono assolutamente segreti.
 Nacque, nella sua veste operativa, come associazione di mutuo appoggio e perfezionamento morale tra artigiani muratori. In seguito si trasformò in una confraternita di tipo iniziatico, con un'organizzazione mondiale e caratterizzata dal segreto rituale. I suoi affiliati condividono gli stessi ideali di natura sia morale che metafisica e la comune credenza in un Essere supremo, chiamato Grande Architetto, requisito - quest'ultimo - non richiesto agli appartenenti della massoneria di "tipo francese" (quale, in Italia, è la Gran Loggia d'Italia).
 I membri della massoneria sono chiamati anche frammassoni, forma italianizzata del francese franc-maçon (freemason in lingua inglese), cioè «libero muratore». Il nome deriva dalla  pretesa discendenza della Massoneria dall'associazione di operai e muratori che si rifà alla leggenda di Hiram, architetto del Tempio di Salomone.

Con l’Unità d’Italia del 1870,la Casa Savoia,riprese,sotto la spinta  di altre idee più avanzate,la politica tradizionale nel favorire la Massoneria,per contrastare le forze vive del clericalismo e le forze ,che ancora permanevano,nei vari stati,e in particolare ,nel Regno delle Due Sicilie.

Sotto la guida di Giovanni Nicotera,di Baldassarre Squitti,di Cefalj,di Colosimo e di altri illustri parlamentari e avvocati ,in Calabria,e in Francavilla,la Massoneria ebbe un seguito di numerosi figli.

In Francavilla vanno enumerati:

1.       Mannacio Scipione fu Vincenzo-avvocato-

2.       Servello Domenico fu Foca-Arciprete e parroco della Chiesa di San Foca Martire

3.       Grillo Francesco Antonio fu Pasquale –propretario-

4.       Ciliberti Vincenzo fu Foca-Notaio-

5.       Caria Enrico fu Filippo-avvocato e poi Magistrato-

6.       Limardi Foca fu Giovanbattista-avvocato-

7.       Solari Vincenzo fu Michele-Segretario comunale-

 

MARZO  2014                                                                                             Di  Michele CONDELLO

Per maggiori informazioni scrivere a: phocas@francavillaangitola.com