Benvenuti nel sito di Giuseppe Pungitore, dell'ing. Vincenzo Davoli, di Mimmo Aracri ed Antonio Limardi, punto d'incontro dei navigatori cibernetici che vogliono conoscere la storia del nostro meraviglioso paese, ricco di cultura e di tradizioni: in un viaggio nel tempo nei ruderi medioevali. Nella costruzione del sito, gli elementi che ci hanno spinto sono state la passione per il nostro paese e la volontà di farlo conoscere anche a chi è lontano, ripercorrendo le sue antiche strade.

     

                       LA  RELIGIOSITA’   NELL’ANTICA  FRANCAVILLA

 

Pubblichiamo un’accurata ricerca storica condotta dall’amico collaboratore Cav. Vincenzo Ruperto riguardante quegli importanti documenti chiamati “Platea”. Poiché a Francavilla c’erano due Parrocchie, vennero compilate due distinte Platee.

PLATEE DELLE CHIESE DI SAN FOCA MARTIRE E DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE

Per quanto concerne la religiosità a Francavilla si è ritenuto opportuno esaminare la documentazione partendo dalla Platee delle Chiese di San Foca e di santa Maria delle Grazie , in quanto, come si vedrà, esse fanno un excursus storico di secoli antecedente al 1783. Vi sono riferimenti documentali importanti che ci sforzeremo di ampliarli  con quelli delle altre Chiese , Cappelle e Conventi esistenti nel 1700, al fine di ottenere un compendio esaustivo.

 

CHIESA DI SAN FOCA

 

 

San Foca Martire e Protettore di Francavilla

 

Sulla biografia di San Foca Martire vi è un’ampia produzione di scritti, iniziata già da Onofrio Simonetti agli inizi del 1800 e proseguita da studiosi contemporanei locali. In sintesi San Foca fu un martire venerato sia dalla Chiesa Cattolica che da quella Greco-Orientale. E’ presente nei sinossari bizantini. Soldato ed ortolano, sarebbe stato gettato in una fossa di serpenti velenosi dai quali non fu morso con meraviglia dei suoi carnefici che furono costretti a decapitarlo. Protettore quindi dei fedeli dai morsi dei serpenti velenosi. Protettore anche dei naviganti che diffusero il suo culto nelle più svariate terre sia d’oriente che di occidente. In un dipinto nella Basilica di San Marco a Venezia viene raffigurato con un grosso remo nelle mani.  In Sicilia, a  Priolo Gargallo, fu scoperta da Paolo Orsi una basilica paleocristiana del Santo, fatta costruire dal Vescovo di Siracusa Germano verso la fine del 300, quasi un secolo prima della venuta dei Bizantini. Questa scoperta è importante per quanto concerne la datazione del culto di questo santo in occidente. Se in Sicilia il Santo veniva venerato addirittura prima della venuta dei bizantini, non è cosa peregrina pensare che anche nei Casali dell’Angitola potesse essere venerato nella stessa epoca o successiva, comunque prima del 950, ( l’Amari sostiene che il culto del Santo in Calabria fosse stato portato da Niceforo Foca) o 1100-1200 come viene sostenuto da antichi scrittori di cose sacre. Si pensò nel passato che vi fossero addirittura quattro santi sotto il nome di Foca, ma studi più accurati conclusero che in realtà il santo fosse uno soltanto, cioè San Foca Martire, per gli studiosi francavillesi nato ad Antiochia e vissuto a Sinope (nell’attuale Turchia settentrionale). La statua  a Francavilla fu commissionata dai Padri Agostiniani del Convento di S.Croce nel 1600; in origine rappresentava il Santo per intero, poi  fu ridotta a quella che oggi si venera. Anche la statua presente a Castiglione Marittimo di Falerna fu data ai fedeli dai Padri Agostiniani del Convento di Campodorato.

 

                                               

       Francavilla A. Statua lignea di                                                        Castiglione di Falerna (CZ)

 S. Foca  Ridotta a mezzo busto nel  1600                                                 Statua lignea di San Foca                                                                                                                   

 

                                 

Venezia-Basilica S. Marco                                                                    Priolo Gargallo (SR)                                       

San Foca con remo                                                                  Basilica paleocristiana di San Foca

 

                            

  

Francavilla A. (VV)  Chiesa di San Foca Martire

       

 

    

Francavilla Angitola (VV) -Interno Chiesa S.Foca

Quadro di autore ignoto raffigurante la cattura del Santo.

 

 

Ciò premesso, rivolgiamo la nostra attenzione nell’esaminare la documentazione storica riguardante la Chiesa di San Foca attraverso le sue Platee.

 

LA PLATEA ANTICA E NUOVA  DELLA CHIESA DI SAN FOCA MARTIRE

DI FRANCAVILLA IN CALABRIA ULTRA

ALL’ANNO DOMINI 1785

 

Dopo il terremoto del 1783, con il fine di poter ricostruire parte dei paesi distrutti, fu istituita la Cassa Sacra. Tutti gli Enti ecclesiastici furono obbligati a dichiarare i loro beni immobili e le loro entrate derivanti da ‘jussi e decime’ che si riscuotevano dai fedeli.

In quel triste periodo era parroco di San Foca Guglielmo Maria Caraffa, il quale venne a trovarsi in serie difficoltà a pubblicare  il manifesto ‘banno’della Platea della sua Parrocchia che doveva essere controfirmato dal Cancelliere dell’Università (il notaio Gregorio Pizzonia) e da Francesco Paolo Stragapede Ufficiale del ripartimento ‘riparto’ di Francavilla per conto della Cassa Sacra.

Essendo severe le sanzioni in caso di falsità riscontrate nel manifesto pubblico riportante la Platea della Chiesa, pensò bene il Caraffa a chiedere aiuto ai vecchi parroci del luogo coinvolgendoli di fatto nella stesura della Platea aggiornando alla data del 1785 quella Antica e Vecchia.

 

L’Antica e Vecchia Platea  venne così riportata:

 

“PLATEALE DELLA VENERABILE CHIESA  PARROCCHIALE DI FRANCAVILLA SOTTO IL TITOLO DI SAN FOCA MARTIRE, regolato dal Reverendo Don Domenico Caria Parroco nell’Anno 1680,ed ultimamente ridotto a questa forma dal Reverendo Don Domenico De Cunis parroco nell’Anno 1702. Quale è stato ricavato dal PLATEALE ANTICO FATTO DAL REVERENDO DON BERNARDINO BULOTTA PARROCO IN TEMPO DELL’ECC.MO MONS.  MARCO ANTONIO DEL TUFO VESCOVO DI MILETO NELL’ANNO 1584 e suo Reverendo Vicario Mons. Gio:Batta Camparino che trovasi nell’Archivio della Diocesi di Mileto al fascicolo 46 che si chiama il Calderone.”

 

L’arciprete Caraffa, aiutato dagli altri parroci locali, poté completare la Platea precisando:

 “NUOVA PLATEA DI RENDITE EFFETTIVE, DI CENSI, DI DECIME E DI ALTRI JUSSI DI STOLA DELLA VENERANDA PARROCCHIALE DI SAN FOCA MARTIRE E PROTETTORE  DELLA TERRA CHIESA DI FRANCAVILLA; ricavata in parte, e speciale per ciò(che) riguarda la porzione dei censi, dopo la divisione delle due Parrocchie già eseguita nell’Anno del Signore 1763. Dall’innanzi Platea Vecchia e Antica  che qui si confermava per regolamento e memoria, secondo il Plateale Universale, detto il Calderone a Carta 46, quale Platea Vecchia fu ritrovata  dal Reverendo Parroco Don Domenico De Cunis nell’Anno 1702, ed ultimamente in questa forma ridotta, in tempo di N.S. Papa Pio Sesto e dell’Ecc.mo Monsignore Vescovo di Mileto Don Giuseppe Maria Carafa della Spina e dell’Ecc.mo suo Vicario  Don Rocho Cojro, dal Reverendo Sig. Arciprete Guglielmo Maria Caraffa per maggior chiarezza e distinzione”.

 

 

DECIME CHE SI PAGANO IN QUESTA FORMA:

 

Come a dire  il Padre ammogliato,o un Figlio o più ammogliati, ancorchè abitassero insieme e non divisi tra loro, pure quanti sono li matrimoni tante diverse Mezzarole di grano bianco devono pagare , ed alla colma.

Ogni Forestiere o solo o ammogliato, e in comunione , purchè venisse prima di Pasqua  di Resurrezione deve pure pagare una mezzarola alla colma.

L’istesso pur da dirsi d’ogni Paesano che venisse a passare da una nell’altra Parrocchia purché venisse prima di Pasqua.

Le Vedove poi rimaste sole senza figli maschi, etiam con figlie femmine in Casa , hanno franche e niente pagano di decime. Li veri poveri che niente posseggono  sono lo in tutto franchi.

Ogni Massaro di bovi, anche se ne avesse un sol paricchio deve pagare ogni anno tumolo uno di grano biancho e alla colma.

Ogni altro Capo di Casa , etiam non ammogliato e solo, purchè fosse di età di Comunione, ancorché avesse la Madre vedova con sorelle in Casa, eccetto se avesse altro fratello di sé maggiore in Casa , pure deve pagare una mezzarola  alla colma .

 

JUSSI AVVENTIZII DI STOLA:

 

- Per ogni Battesimo . o una panetta bianca o Grana due.

– Per chi volesse entrare in Santis dopo del parto, Grana due e mezzo,

– Per  ogni Matrimonio si usa il Presente, consistente in sei Buccellate di grano biancho, e qualche altra cosa nel mezzo, o di ova, o latticini o soppressata, Chi non volesse o potesse fare il detto Presente deve  pagare in denaro Grana trenta, o almeno Grana venticinque.

- Per ogni sorta di fede il giusto che si deve pagare è di carlini cinque

– Per li mortaggi; morendo una creatura o di un anno appunto o

                       dentro l’anno paga al Parrocho un carlino, ed al Vicariato Grana

                       cinque; passato però l’anno  sino alli otto compìti si dè pagare

                       carlini sei al parrocho e tre al Vicariato. Dall’entrare poi nelli

                        Anni nove  sino a tutto il restante della vita si paga di Beneditione

                        al Parrocho Carlini tredici e al Vicariato Carlini quattro. Se nelle

                        esequie si volesse la Cappa nera si paga Carlini cinque, se tutto

                        l’apparato  cioè Cappa e Tonicelle si dè pagare Carlini dieci.

- Il Notturno dei Morti presente corpore , oppure nel giorno Terzo,

                        Settimo, Nono o nella Annata  sempre si paga Carlini tre, se poi si

                        Carlini sei al Parrocho e tre al Vicariato. Dalli entrare poi nelli

                        Volesse tutti li tre jorni,Carlini nove, se anche il Laudo e tutto

                        L’Officio sano Morti, si pagherà carlini dodici.

                        Per ogni messa cantata sollenne tanto dei vivi, quanto dei morti

                        Sempre si paga carlini cinque, se poi fosse solo a uno senza Assistenti

                        Carlini due.

                       

–La cera che rimane dopo li funerali ed officii resta pure e va in beneficio della Chiesa e del Parrocho.

 

CENSI:

 

1) Il sig. Gioacchino Accetta paga di censo perpetuo alla Veneranda Chiesa di San Foca e medesimamente a quella degli Angioli carti sei l’anno sopra una terra detta Santucello, seù la Canduta di capacità di due mezzarolate in circa, limito la Via pubblica dalla parte di Oriente Tommaso Judisco e vallone corrente, che questo loco fu di Gio:Batta Costa. Lo istrumento lo fece Giuseppe Antonio Bilotta di Castelmonardo a 24 aprile 1698.

2) D. Antonio Malfitano di Castelmonardo paga di censo perpetuo grano bianco alla colma ridotta in Francavilla tomolo uno, sopra il suo Giardino alborato di olivi limito il Giardino delli PP.  di Sant’Agostino di questa Terra, loco di La Conia, il Vallone corrente e dalla parte di sopra  le terre della Corte di Francavilla; lo istrumento lo fece il notaro Giuseppe Malfitano nell’anno 1679.

3) Pietro Paparo di Castelmonardo paga di censo perpetuo grano bianco alla culma ridotta in Francavilla tomoli due, sopra la sua possessione loco detto Juda, seu Cullaro, di capacità mezzarolate due in circa, , limito le terre di San Giovanni Battista di questa Terra, via pubblica, le terre che furono di Francesco Pilleci.

4) Sig. Giovanni Tomaso Rondinelli di Castelmonardo paga di censo perpetuo ogni anno grana venticinque sopra le terre che furono dell’eredi  delli sigg. Francesco e Gio:Batta Bonello, loco detto Gormari, limito la via pubblica, fiume,

la cava della pietra Calcina oggi paga e la possiede Francesco Salatino di questa Terra.

5) Il Reverendo D. Antonio De Cunis paga di censo perpetuo grana dieci e otto sopra la Coltura detta Galluzzo di capacità di tomolate sedici in circa, limito al fiume, il Giardino del Convento di S. Domenico di questa Terra, che di Carlo Francesco e Antonio Costa, e le terre della Veneranda Chiesa di San Nicola, che detto loco fu del sig. Giacinto Puccio e della sig.ra Teodora  De Cunis. Hoggi li paga la signora Francesca De Cunis.

6) Il Ven. Convento di Santa Maria della Croce dell’Ordine di Sant’Agostino di questa Terra paga di censo perpetuo ogni anno carti due sopra il Giardino alberato ad olivi loco S. Maria degli Angeli medesimo loco chiamato Scroponi.

Limito la via pubblica, fiume e il  giardino delli PP. di S.Domenico di questa Terra e che fu di Francesco Di Caria et Adornata de Cunis.

7) Rev.ndo Don Nicolò Mannaci paga di censo perpetuo ogni anno carti sei sopra le terre alborate ad olivi loco detto Madonnia ossia Russomanno di capacità di tomolate dodici circa, limito lo Violo che si va a Cannalello, il fiume corrente di Scutinò, e la Coltura della Veneranda Cappella del Carmine della famiglia di Fiore che per il detto loco li paga Pietro Gio: Mannaci .

8) Mag.co Antonio Di Paro paga di censo perpetuo ogni anni grana quattro sopra il suo Giardinello loco detto S.Martino Vecchio, limito la detta Chiesa, la via pubblica e la Vinella che si passa alla tribuna di detta Chiesa diruta, che detto loco tenea  Gio:Pietro Mannaci.

9) Giuseppe Spezzano Seniore e Giuseppe Spezzano Juniore  pagano di censo perpetuo sopra la casa che habitano loco detto  Sotto portascale limito la casa che fu di Giustina Capozza  e Via pubblica , carti quattro , e che fu di Antonio Gaccetta  di Orazio e medesimo loco delli fratelli Angesello, l’ortaccio lo stesso.

10)Rev.ndo Don MichaelAngelo Mannaci paga di censo perpetuo ogni anno grana venticinque, sopra il suo Giardino loco S. Acqua delli Giudei, hoggi detto Russumannu, limito le terre della stessa parte , che lo stesso loco fu al quondam Gio:Pietro Mannaci e di Battista Judisco.

11) Più paga grana cinque sopra le terre in stesso loco che furono di Gennario Vaiti.

12)Più paga  altri grana cinque sopra le terre dette Joculano che furono di Cola Gio:Apa.

13)Più carti cinque sopra il Giardino loco detto Tirì, limito la Coltura dell PP. di S.Croce , fiume corrente, Via pubblica e Giardino di Scacciafami della Veneranda Cappella del Carmine jus pato de Fiori e che lo stesso loco fu del dottore fisico Domenico Bruno e Brigitta Stella e comprato dal detto di Mannaci.

14) Gio: e Petruzzo Carchidi di Castelmonardo pagano di censo perpetuo annuo grana venticinque sopra le terre loco detto lo  Tigrò, seu Calabrici, seu lo Castagneto nella Terra dell’Acquania , limito lo Vallone corrente, e la parte della stessa terra e che per lo stesso loco pagavano li signori Decembre, Pietro, Gio:Pietro Francesco e Don Giuseppe Mannaci et istrumentò il Notaro Sig. Gio: Antonio di Cario che li censuì alli detti di Carchidi.

15)Mag.co Pietro Talora paga di censo perpetuo annuo carti cinque sopra il suo Giardino detto lo Campo limito le terre dotali di Francesco Antonio  Di Paro, Antonio Quaranta, Via pubblica. Lo istrumento lo fece il notaro Antonio Bilotta di Castelmonardo a 24 aprile 1698.

16) Anna Cucuzzi paga de censo perpetuo sopra il Giardino di Scutinò ogni anno uno Carlino, hoggi lo possiedono Gironimo Aracri e Paolo Perri per dote, per detto loco pagano Francesco e Giulio Bruno.

17)Reverendo Don MichaelAngelo Mannaci paga di censo perpetuo sopra le terre dette Olivari muti, seù Russomanno, grano biancho alla colma ogni anno tomolo uno, che detto loco pagava Paolo Leone.

18)Giuseppe Bonello di Giacinto, Giuseppe Attisano di Pietro, Nicola Cucuzzi di Domenico, e Domenico Cucuzzi di Pietro pagano sopra le Case che habitano poste avanti la Chiesa, limito le Mura della Terra, Via Pubblica, la Casa di Antonio Perri, che fu di Carlo Papaleo, grana quindici di censo perpetuo ogni anno,cioè grana cinque parte di Bonello,  e cinque per ciascheduno  le parti di Cucuzzi, quelle case furono di Giacomo e Berardino di Simeri .

19) Giuseppe Bonello di Giacinto paga di censo perpetuo  ogni anno carlini dui  sopra la Casa Nuova loco Portascale, la Casa di Antonio Perri di Giacinto , e l’altra Casa di esso di Bonello , e Via Pubblica, censuita dal fu mio carissimo collega Don Michael Angelo Aracri. Lo instromento lo fece Notar Domenico Costa ai 17 febbraro 1699,

20) Giuseppe Cucuzzi Seniore paga di censo perpetuo carti due l’Anno sopra la terra detta lo Campo di capacità di tumolate due in circa, limito le due Vie Pubbliche, le terre della Ducal Corte di questa Terra e della Veneranda Chiesa di San Nicola di Bari della medesima Terra, lo instromento lo fece il notaro Domenico Costa a 17 febbraro 1699.

21) Domenico Lo Juveno e Domenico Cucuzzi del fu Antonio insolidu pagano di censo perpetuo ogni anno carlini cinque sopra la terra detta lo Campo, limito le terre di Pietro Masdea, e l’altra terra della parte di San Foca, lo instromento lo fece il notaro Domenico Costa à di primo Marzo 1699.

22) Sig. Antonio Facciolo del fu Francesco Antonio  paga di censo perpetuo ogni Anno de mese di Augusti carti otto, sopra le terre dette lo Zupà, seù Melita di capacità di tumolate sette in circa, limito le terre della Chiesa di San Nicola , le terre della Chiesa di S. Gio: Batta , e le terre della Veneranda Chiesa di S.Maria delle Grazie di questa Terra, che ereditò dalla Reverenda Fabrica,che medesimo loco furono della Cappella di S.Anna posta dentro la Parte Jus Pato de Stilo, e le terre del fu Marcello Ruffo, lo instromento lo fece notaro Domenico Costa a 30 Augusti 1701.

23) Paolo Parisi  di Gennaro e Foca suo figlio in solidu pagano di censo perpetuo Carti dieci ogni anno del mese di Luglio  sopra le terre dette la Pietra Bianca, di capacità di tumolate cinque  in circa, limito le terre di San Nicola, che tendono a censo Martino Bonello et Ettore Rondinello, lo instromento lo stipulò il notar Domenico Costa nel mese di Agosto del 1701.

24) Sig. Nicola Brizzi paga di censo perpetuo ogni anno  del mese di Augusti  carti tre sopra le terre detta la Pietra Bianca  di capacità di tre mezzarolate in circa, limito le terre di San Nicola, Via Pubblica, le terre del Convento di S. Croce ed altri, lo instromento lo fece il Notar Domenico Costa nell’anno 1712.

25) Domenico Furlano e Luca Cappello  in solidu pagano di censo perpetuo del mese di Augusti carlini sette sopra la terra detta Melita, lo instromento lo fece notar Domemico Costa in anno 1712.

26) Domenico di Paro paga di censo perpetuo sopra la terra loco detta Scutinò,seù Scordari de mese di Augusti carti dui.

27) Domenico Carchidi di Toppa e Francesco Serrao di Carlo pagano in solidu carti sette  di censo perpetuo annuo  sopra la terra loco detto Cardirò, limito le terre di Foca Parisi che censuì dalla Chiesa di San Gio:Batta et altri confini , de mese di Augusti, lo instromento lo stipulò notar Domenico Costa a 31 Gennaro 1712.

 

Terre in dominio:

1) Una terra di otto tumolate in circa loco detto lo Piano della Gurna limito le terre di Marc ‘Antonio Moricca, Via Pubblica, le terre si sono censuite a Domenico Di Aco e Notar Domenico Bilotta di Castelmonardo carti quindici l’anno, l’istrumento lo fece il sudetto notaro nell’anno 1694.

 

- Nell’anno 1716 il sig. Gregorio Di Bretto havendo  intentato judicio  contro Giuseppe Attisano che pigliossi il suddetto stabile  si è addivenuti tra il suddetto e i

Parenti Domenico Attisano, Ettore Rondinello, et Antonio Lo Iacono che li havessero ceduto due tumulate di terra  del detto stabile, innanzi a noi Parroci Don Domenico De Cunis e Don Giuseppe Geronimo Ruffo, nell’obbligo di pagare carlini dodici alla Parrochia; lo instrumento fu stipulato a mano in due copie alli due di Febbraro 1718.

2) Nicola de Cunis e Giacinto Servello  in solidu pagano di censo perpetuo carlini sette e mezzo sopra la terra loco detto Cinnarella seù lo Mancino, limito S. Angiolo ed altri. Lo instromento lo fece notar Domenico Costa nell’anno 1715.

3) Tomaso Judisco paga di censo perpetuo de mese Augusti carti nove sopra le terre loco detto…….. limito Giuseppe Talora , via pubblica e altri. Lo instromento lo fece il notar Domenico Costa nell’anno 1715. Manco mezzo di censo paga carlini otto de mese Augusti sopra la terra limito Michael Angelo Bonello e l’Abbatia di Mileto e ne è la via intermedia. Lo instromento lo stipulò il notar Giuseppe Bonelli a 3 febbraro 1716.

4) Gio:Pietro Mazzocca paga di censo perpetuo carlini sette de mese di Luglio sopra la Cerza di Renzo limito le terre di Pietro d’Ascoli. Lo instromento lo fece il notar Giuseppe Bonelli a 3 febbraro 1716.

5) Giuseppe Teti paga di censo perpetuo del mese di Augusti carlni sei sopra la terra loco detto Agliola, limito le terre della Ducal Corte di questa Terra ed altri. Lo instromento lo stipulò il notar Giuseppe Bonelli a di 3 febbraro 1716.

6) Don Giuseppe Geronimo Ruffo  et il D.r D. Domenico Amalfitano di Castelmonardo in solidu pagano di censo perpetuo de mese Augusti carlini trenta sopra le terre loco detto l’Argiilla di capacità di tumolate ventidue in circa, limito le terre di detto Don Giuseppe Geronimo Ruffo censuiti  alli medesimi con licenza della Sagra Congrega e della Corte di Mileto. Lo instromento stipulato alli sei  ab mese di gennaro 1716 per mano dell’Egreggio Notar Domenico Costa, nel quale instromento fu Giudice a contratto Giuseppe Perri, testi Agostino Costa, Francesco Antonio di Paro, Antonio Perri di Giacinto, Giuseppe Bongiovanni ed il sig. Giacinto Ruffo.

7) Antonino Facciolo di Costantino paga di censo perpetuo a S. Foca  carlini cinque sopra le terre di Sciannello al Ziopà di capacità di tre tumolate e mezzo in circa. D.V.  D. Jos.Hieronimus Abbas Ruffo. 

8) Bruno Genuisi per la terra loco detto lo campo limito le altre terre che  li cesse Vittorio Parisi, di capacità di tumolate nove in circa, paga alla parrocchia di San Foca ogni carlini tre e principio del pagamento ad Agosto giorno ventuno 1725.

9) Eredi di Gioacchino S.Croce  sopra le terre di Cormari pagano qualibus anno alla Parrocchial Chiesa di S. Foca di censo perpetuo carlini nove.

10) Domenico Furlano paga di censo alla Parrocchia  carlini sette ; dei quali carlini tre e mezzo li paga Furlano e tre e mezzo li paga mastro Luca Cappello e Furlano paga a conto di Cauzzi.

CENSI IN DENARO

1) Dall’eredi della Sig.ra Donna Lucrezia Bongiorno sopra lo Zopà o Condacrambi ora di Vito Buccinnà…..( dove non viene riportato l’importo del censo si rimanda alle note redatte dallo Stragapede sui censi enfiteutici).

2) Dalla Cappella di S.Anna sopra Madama grana venticinque, più l’orticello della Gornella grana venti.

3) Dall’eredi di Foca e Paolo Parisi  sopra la Pietra Biancha carlini uno e venti,

4) Eredi della Sig.ra Donna Diana Casalenuovo sopra lo Campo. Ora delli sig.ri di Cauzzi……..

5)  Domenico Gerace e Caterina Parisi in solidu sopra lo Mancino…….

6) Eredi dell’Abbate Accetta, di Francesco Attisano, di Rebecca e Giuseppe Lazaro  di Foca ed eredi di Filippo Fiorenza sopra Melita grana…..

7) Mastro Giuseppe Loiacono di Giambattista , Pietro Bulotta di Sofia, con Notar Vincenzo Jessi sopra lo stabile detto lo Ladro…….

8) Eredi delli D. Giuseppe e D. Romoaldo Stillitano sopra Sanducello o Cavalluta; adesso paga il massaro Antonio Garzaniti……

9) Natale Muzzì sopra la Casa……..

10)Eredi di D.Giuseppe Bonelli sopra la Casa…

11) Eredi di Domenico Lo Turco e Domenico Cucuzzi , Domenico Pellegrino di Antonio sopra lo Campo…..

12) Mastro Antonio Montoro, Giuseppe Colicchio Pititto e Domenico Pellegrino di Antonio sopra lo Mancino e Cardirò…..

13) Dalle robbe di S. Croce sopra la coltura di S. Maria degli Angeli……

14) Gli eredi di Domenico Tedesco e cioè Antonio,Vittoria,Anna e Catarina figli sopra lo Campo…..

15) Padron Giorgio Pellegrino del Pizzo sopra Galluzzo che fu delli Cunis……..

16) Eredi di Giampietro Masdea sopra la Quercia o Scialandaro ora paga Antonio Farina fu Damiano……..

17) Eredi del D.v. Don Marcantonio Amalfitano di Castelmonardo sopra la Conia….

18) Eredi di Francesco Salatino , Tomaso e compagni, sopra Cullaro…..

 

 

Note dello Stragapede, dopo più approfonditi accertamenti, sui

 

CENSI ENFITEUTICI

 

1) Esigge dagli eredi del d.r Marcantonio Amalfitani di Filadelfia sopra il fondo detto Laconia grano bianco al colmo tomolo uno e mezzo. Oggi paga D. Francesco Saverio Amalfitani e fratelli.

2) Esigge dagli eredi di Francesco Salatino e compagni sopra il fondo detto Gullaro grano bianco al colmo tomolo uno e coppi due. Oggi pagano D. Pietro Paolo Stillitano e mastro Francescantonio Provenzano ambi di Filadelfia.

3) Esigge da Natale Muzzì sopra la Casa carlini quattro. Oggi paga il sudetto Muzzì.

4) Esigge dagli eredi del Rev.ndo D. Giuseppe Bonelli sopra la Casa grana trentacinque. Oggi paga bizzoca Donna Antonia Bonelli e Donna Dorotea sorella.

5) Esigge dagli eredi di Domenico Tedesco sopra il fondo lo Campo carlini nove. Oggi pagano Catarina figlia, Catarina Pirrò e Anna Bennardo nipoti.

6) Esigge dagli eredi di D. Gianpietro Masdea sopra il fondo detto la Quercia o Filandaro carlini sette. Oggi paga Antonio Farina del fu Damiano.

7) Esigge da Padron Giorgio Pellegrino del Pizzo, che fu delli signori Cunis, grana diciotto. Oggi  Paga Padron Giorgio Pellegrino.

8) Esigge dagli eredi di D. Giuseppe e D. Romoaldo Stillitano sopra il fondo detto Santicello ossia Cavalluta carlini sei. Oggi paga il massaro Antonio Garzaniti.

9)n Esigge dagli eredi di Domenico Lo Turco e Domenico Cucuzzi sopra il fondo detto lo Campo carlini cinque. Oggi pagano Pietro Bilotta di Zopà, Nicola Palmarelli del fu Giuseppe, Vincenzo Accetta del fu Nicola ed Antonio Rondinello del di Francesco.

10)Esigge dagli eredi di Domenico Carchidi e Francesco Serrao di Carlo

11)Esigge dai sospesi PP Agostiniani di S. Croce  sopra la Coltura di Santa Maria degli Angioli carlini due, Oggi paga la Cassa Sacra.

12)Esigge dagli eredi di Diana Casalnuovo  sopra il fondo detto lo campo carlini due. Oggi pagano D. Michele e D. Vincenzo Solaro.

13) Esigge sopra il fondo detto lo Mancino carlini cinque. Oggi pagano  Giuseppe Giordano, Domenico Natale e Rosario Parisi Trangio.

14) Esigge dagli eredi del fu mastro Bruno Forlano e mastro Luca Cappello sopra Melito seù Gornella  grana settanta. Oggi pagano Francesco Attisano di Rebecca, Giuseppe Lazzaro di Foca.

15) Esigge dagli eredi di Matteo Ruperto, sopra il fondo detto lo Campo carlini otto.

Oggi pagano mastro Giuseppe Lojacono di GiovanBatta e Pietro Bilotta di Sofia con il sig. Vincenzo Teti.

16) Esigge dagli eredi della sig.ra Lucrezia Buongiovanni  sopra il fondo detto lo Ziopà seù Contracambi carlini otto. Oggi paga Vito Buccinnà.

17) Esigge dalla soppresso Cappella di S. Anna sopra l’Orticello della Gornella grana settantatre. Oggi paga D. Vincenzo Mannaggi.

18) Esigge dagli eredi di Foca e Paolo Parisi  sopra la Pietra Bianca carlini dodici. Oggi pagano per il soppresso Convento di S.Croce la Cassa Sagra , Vittoria Cucuzzi

di Michieli e mastro Nicola Drogo ed altri carlini dieci.

 

LIBRO DELL’ ESASSIONE DELLE DECIME  DI QUESTA PARROCCHIA DI SAN FOCA MARTIRE PROTETTORE DI FRANCAVILLA  DELL’ANNO 1785- --ARCIPRETE  CARAFFA-

 

A

Antonio SERRAO Papasella   -Antonio di FABBIO Consultore-Antonio GARZANITI Massaro-Antonio GIORDANO Sgambirru-Antonio BONELLO Santullo-Antonio MISIANO-Antonio SERVELLO del fu Michele-Antonio SIGNORELLO- Mastro Antonio PARISI Pinto-Antonio RONDINELLO Ricotto-Antonio LAZZARO Mastro-Antonio FARINA Mag.co-Antonino PELLEGRINO-Angiolo ROCCA Mastro-Agostino LAZZARO Mastro-Andrea CANNELLA-Antonio GALATI Vitone-Agostino SERRAO-Antonio DI BRETTO Guappo

B

Bruno FARINA Cardillo-Bruno CAMPISANO-Bruno  DI NISI Spignato-Bruno  GUARNA-Bruno  MANCARI Sciubbano-Bruno  SERVELLO-Bruno  D’ACO-Bruno  SIMONETTA Mastro-Bruno  PRESTIGIACOMO Mastro-Bruno  CORTESE-Bruno  PARISI   Massaro-Bruno   VIGLIOTTA

C

Cosmo  BASILE-Carmino ATTISANO

D

Domenico GIAMPA’ di Arcangelo-Domenico GIAMPA’ Pezzavecchia-Domenico  MANDALITI-Domenico  NATALE-Domenico  DROGO Mastro-Domenico  PARISI Giudice-Domenico  TAFURI Mag.co-Domenico  GIMELLO-Domenico   BRUZZI-Domenico   BONELLO-Domenico   BAGNATO-Domenico  MALFITANO-Domenico   PULERA’-Domenico   GILIBERTO-Domenico   RONDINELLO Bianco-Domenico   JELAPI Scaldapanni-Domenico    SCANNONE-Domenico    TORCHIA-Diego    DI MONTE-Don D. LOIACONO-Don D.  PALLARIA

F

Foca  TALESE-Foca   MANCARI-Foca   DI PARO-Foca   LIMARDI-Foca   DI NISI Girella

Foca   PALLARIA di Vito-Foca  BEVIVINO  Forisi-Foca   ARACRI Major-Foca   ARACRI Mag.co-Foca  PARISI-Foca DI ACO-Foca RONDINELLO Ricotto-Foca COSTA Mag.co-Foca TETI di Bruno-Foca RONDINELLI del fu Carmine-Foca TALORA Mag.co-Foca      COSTA-Foca COLICCHIO-Francesco DI FABBIO-Francesco  MALFITANO-Francesco  BONELLO-Francesco ATTISANO-Francesco SERRAO-Francesco PETTINATO-Francesco Antonio BARBINA-Francesco CONIDI-Francesco BRUNI Induglia-Francesco   PALMARELLI Mag.co-Filippo CARCHEDI-Foca PARISI Fanale-Foca  BUCCAFURNI Sagrestano-Foca PARISI Degelinato-Francesco BILOTTA Armoscia-Francesco BEVIVINO Mastro Seniore-Francesco  BEVIVINO Mastro Juniore-Francesco  SALATINO-Francesco   GIAMPA’ Mag.co-Francesco  SIMONETTA Mastro-Francesco  BILOTTA di Salvatore-Filippo  CONSOLO   Mastro-Foca FARINA-Filippo MAGLIA-Foca DI BRETTO-Filippo DE NISI

G

Giuseppe PUNGITORE-Giuseppe CARCHIDI-Giuseppe SERRAO-GiuseppeGARZANITI Massaro-Giuseppe  RONDINELLO Colao-Giuseppe    SERVELLO Archelao-Giuseppe     JELAPI Chiarella-Giuseppe     FARINA Alessio-Giuseppe     RUPERTO Mastro-Giuseppe     CARIA Mag.co Speziale-Giuseppe      DI CARIA di Rosario-Don Giuseppe BEVIVINO-Giuseppe     ATTISANO di Tiresa-Giuseppe     LOMBARDO  Mastro-Giuseppe      BONELLO di Nicola-Dottor Fisico Giuseppe QUARANTA-Giuseppe  GILIBERTO-Giuseppe  PUNGITORE Brutto-Giuseppe  SERVELLO Mastro-Giuseppe   BARBINA Mastro-Giuseppe   BONELLO-Giuseppe   BARBINA Volpe-Giuseppe DI MONTE-Giuseppe SERVELLO Archelao-Giuseppe  GIAMPA’-Giovanni  CAMBRIA-Giovanni  SALATINO-Giovanni   MANCUSO-Giovanni    RUPERTO Mastro-Gregorio    LA ROSA-Gregorio     ATTISANO-Giacomo  BARBUTO-Graziano  CARIA Mag.co-Gennaro  BOVA Mastro-Giacinto   SERVELLO-Giuseppe  SERVELLO Mastro alias Sdegno-Giuseppe  PERRI Massaro-Giuseppe  DI BRETTO Guappo-Giuseppe   TOLOMEO

I

Ilario  MANDALITI

L

Leoluca SIMONETTA mastro

M

Michele CUNIS mastro-Michele BONELLO-Michele Rondinelle-Michele GILIBERTO-Michele FERRARI Mag-co-Michele CORTESE-Michele LOMBARDO-Michele GENOESE-Michele ATTISANO

N

Natale  SERVELLO-Nicola  RONDINELLO-Nicola   FARINA-Nicola   CARIA-Nicola    BRIZZI Mag.co-Nicola    DROGO Mastro-Nicola    TETI-Nicola     JELAPI-Nicola      GIORDANO-Nicola CUNIS-Nicola BERTUCCIO Mastro-

 

Nicola BONELLO Mag.co-Nicola  CARIA Giudice-Nicola  BRUNO Notaro-Nicola  PALMARELLI-Nicola  SERRAO-

O

Onofrio  JOZZO

P

Paolo   MANDALITI-Pasquale TRIMINI-Pasquale  CARUSO-Pasquale   SGOTTO Perciullo-Pasquale   CARCHIDI-Pasquale   SGOTTO Mag.co-Pietro  ARACRI-Pietro         BRUZZI-Pasquale FARINA-Paolo FERRARO-Pietro Francesco MAJOLO

R

Rosario BOVA Mastro-Rosario PAPALEO-Rosario CANTAFI Runcella-Rosario  PARISI Fancio-Rosario  RONDINELLO di Nicola-Rosario  VARANO-Rosario   BARBINA-Rosario   ATTISANO Serracaso-Rosario   SGALERA Mastro-Rosario PRESTIGIACOMO Mastro-Rocco  SERVELLO-Rosario LO ROI

S

Saverio DI SIBBIO Mastro-Santo  GIAMPA’ Mastro-Silvestro COLICCHIO-Saverio PAPALEO Mag.co-Saverio  APA Mastro

T

Tomaso BILOTTA

V

Vincenzo PALLARIA-Vincenzo DI NARDO-Dottor Don Vincenzo MANNACIO-Vincenzo TETI Mag.co-Vincenzo VIGLIOTTA-Vincenzo SERRAO-Vincenzo  ATTISANO

Vincenzo JELAPI-Vincenzo  RONDINELLO di Lucia-Vincenzo  ACCETTA-Vincenzo  SIMONETTA Mastro-Vincenzo  VARANO-Vincenzo DI CARIA di Carlo-Vito Antonio BONELLO-Vincenzo RONDINELLO Mag.co-Vincenzo LOJACONO Mastro-Vincenzo SALATINO-Vincenzo  RONDINELLO-Vincenzo  FARINA-Vincenzo PULERA’-Vincenzo  FRUCI-Vincenzo DI BRETTO-

 

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Possiede ancora la Parrocchia in comune coll’altra della Grazia, un solo stabile detto Bellisario di capacità di mezzarolate cinque, tutto alberato di sole quercie e del vasto culto, la di cui vendita , consistente tutta in tumolate cinque, si divide tra li due parrochi, il suo valore sarebbe di ducati trenta in circa o più o meno e con lo apprezzo de’ periti, limito le robbe del Divino Convento di S. Croce, le terre di S. Nicola di Montesoro ed il bosco Calavrici della Corte di Majda.

 

Per ultimo un altro pezzetto di terra , d’una tumolata in circa, luogo Cardirò con Via pubblica in mezzo che lo divide, tutto margio ed incolto senza alcuna posta di alberi. Limito di tramontana li signori di Mannaci e dal Mezzogiorn e Levante le terre del sig. Saverio Masdea e di Foca Buccafuri. Il suo valore neppure ascende a ducati dieci secondo la stima dei Periti.

 

Accetto e dichiaro io qui sottoscritto Arciprete della Chiesa di San Foca Martire e Protettore della Terra di Francavilla , qualmente  tutte queste anzidette ed annotate cose, nella presente Copia di Platea, sono le vere e pure rendite  di questa mia Arcipretale Chiesa, che sono state ricavate ed estratte da una Antica e Vecchia Platea  come da suo originale formata sin dal 1584, circa duecento anni sono, che si conservava per memoria , da me ocularmente vista, letta e riletta, e nello scorso mese di Maggio fu consegnata per ordine Reggio all’Illustre  Sig. Capitano Don Giovanni Dama, delegato di S.E. il Sig. Vicario Generale delle due Calabrie Don Francesco Pignatelli, ed in onor del vero ho fatto la presente attestazione e dichiarazione , scritta e sottoscritta di mia propria mano, sugellata ,ed autenticata, e dico  fede.

Francavilla li 20 Agosto A.D. 1785 Io Guglielmo Maria Arciprete Caraffa dico e faccio fede come sopra.

Tutti noi qui sottoscritti e RR Sacerdoti  della Terra di Francavilla dichiariamo ed accettiamo come tutte queste anzidette ed annotate cose nella presente Copia di Platea , sono le vere e pure rendite di questa Chiesa Arcipretale e Parrocchiale di San Foca Martire e Protettore di detta Terra; e come le medesime sono state ricavate ed estratte da una Vecchia ed Antiva Platea conservatasi per memoria, come da suo originale: e come questa è la verità abbiamo fatta la presente accertazione , sottoscritta dalle nostre rispettive mani, e così diciamo a fede.

Io Don Giuseppe Mannacio Sacerdote Secolare dichiaro ed accerto come sopra.

Io Don Domenico Antonio Rondinelli Sacerdote Secolare dichiaro ed accerto come sopra.

Io Sacerdote Secolare Don Pietro Bonelli dichiaro ed accerto come sopra.

 

 

Lettera dell’Ufficiale  del Riparto di Francavilla

 

 

Essendosi da noi proceduto alla liquidazione dei beni  della Parrocchia di Francavilla sotto il Titolo di San Foca Martire abbiamo ritrovato possedere la suddetta i qui notati beni, e poiché  S.E. il Vicario Generale nel VII articolo delle sue istruzioni per la liquidazione dei beni parrocchiali promette docati dieci annui, o docati ottanta per una sola volta coloro che scopriranno qualche corpo di rendita occultata  dal parroco, abbiamo fatto il presente colla nota di tutti i beni da noi liquidati, col quale vi dicemo e ordinamo di pubblicarlo ad alta intellegibile voce, ed effigerlo per giorni quattordici avanti la Porta Parrocchiale, affinchè essendosi Persona a cui noto fosse altro corpo di rendita , oltre che quei qui descritti da noi liquidati, possa comparire avanti di noi con l’avvisarlo che goli saranno liberati o docati dieci annui, o docati ottanta per una sol volta a sua scelta, togliendosi docati trenta annui della Congrua d’assegnarsi al Parroco. Tanto eseguirete e dopo giorni quindici torni a noi coll’atto di affissione e  de fissione ed il vostro giusto pedatico gli sarà da noi pagato. Dato da Montelione 26 luglio 1785.

Francesco Paolo Stragapede.

 

 

 

Il presente banno fu pubblicato in questa Terra tra oggi secondo giorno nei luoghi soliti e fu affisso nella Pubblica Piazza di Francavilla oggi medesimo 28 luglio 1785

Notar Gregorio Pizzonia Cancelliere.

 

Il rescritto banno fu defisso oggi sudetto dodici agosto 1785 in presenza di me Cancelliere di questa Terra di Francavilla

Notaro Gregorio Pizzonia Cancelliere

 

 

CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE

 

 

            

            -Francavilla Angitola-VV- Chiesa di Santa Maria delle Grazie vedute esterno -

 

Francavilla Angitola-VV- Chiesa di S.Maria delle Grazie-interno-

 

 

 

La Chiesa di Santa Maria degli Angeli  divenne parrocchia nel 1763. Il primo parrocco fu don Gregorio Accetta nato nel 1733 da Marco e Caterina Pasceri e morto il 10 febbraio 1785.

Ancora in vita don Gregorio, fu nominato parroco della Parrocchia don Bruno Aracri senior figlio di Antonio e di Vittoria Parisi, nato nel 1740 e morto il 20 agosto 1825.

 

PLATEA DELLA CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE

 

Platea de’ beni stabili, de’ censi, sia in grano che in natura, e di ogni altro appartenente alla Parrocchia di Francavilla sotto il titolo di S. Maria delle Grazie, di cui attual parroco è il reverendo don Bruno Aracri, fatta dal sig. capo del Riparto don Francesco Paolo Stragapede a’ di luglio 1787.

  

Possiede in comune colla parrocchial Chiesa di Francavilla sotto il titolo di S. Foca Martire denominato Bellisario (……… vedi Platea della Chiesa di San Foca).

CENSI ENFITEUTICI IN DENARO CHE ESIGGE PER OGNI ANNO

1)Esigge sopra il fondo detto Arghilla carlini cinque, oggi paga mastro Giuseppe Servello;

2)Esigge  sopra il fondo detto Arghilla carlini cinque,oggi paga  Giuseppe Giampà.

3)Esigge sopra il fondo detto Arghilla carlini cinque, oggi paga don Michele Solaro di Domenico.

CENSI IN GRANO BIANCO

1)Esigge sopra il fondo detto Olivari Muti, seù Russomanno, limito proprietà Bretti e Garisto e via pubblica, ogni anno grano bianco un tomolo alla colma.

2) La vedova Francesca Gasparo di Castelmonardo e due figlie in solidum sopra lo stabile detto Cullaro di tumolate due in circa limito mastro Francesco Santovito e la Duchessa dell’Infantado, pagano di censi perpetuo ogni anno grano bianco alla colma quarti due.

3) Francesco Saladino di Tommaso e mastro Domenico Cantafi Sinàpa in solidum sopra lo stabile detto Cullaro di tumolata una in circa limito la vedova Francesca Gasparo, sig. Santo Cauzzi, e via pubblica paga di censi perpetui ogni anno grano bianco alla colma coppoli dieci.

 

 

DECIME EMOLUMENTI ED ALTRI JUSSI

1) Ogni e qualsivoglia massaro paga per ciascun anno un tomolo di grano bianco di buona qualità alla colma , e per massaro si intende chiunque unisce due animali sotto di un giogo, e con essi fatigasse non importando se non avesse più, oppure se ne dispensasse per fatigare di mano propria, oppure mano dei garzoni poiché si intende il Padrone di essi animali, anche li avesse ricevuti da altra persona.

2)-Jussi- Gli altri che non sono massari pagano ogni anno una mezzarola di grano bianco di buona qualità alla colma per ciascheduno. E quegli con mogli, quelli che sono figura di Capo di casa, come sia ogni uomo che si è casato anche se poi avesse con le medesime figli pur maschi, ma no casati; Casandosi però alcuni di essi figli maschi dal primo anno che si unirà in matrimonio in faciem ecclesiae subito incomincia a pagare una mezzarola di grano bianco come sopra separatamente dal Padre; si sentono ancora i fratelli maggiori se siano di padre essere morto, sempre che niuno di questi sia casato, ma casandosi alcuno di essi paga sepratamente, ed occorrendo di casarsi il maggiore questo paga una mezzarola come casato, e quello che fra gli altri resta facendo figura di Capo paga la sua mezzarola in disparte. Si sente adunque ogni casato, non ogni uomo che stasse solo da se, o che abitasse con madre vedova e con sorelle e non avesse il padre, ma questo siasi spostato ad abitare altrove  fuori di questa giurisdizione parrocchiale.

3) Si sentono ancora jussi di Garzoni, o Servitori, così pagarsi come forestieri, purcè abbiano terminato l’età di anni dodidici e tale età si sente ancora  per tutti li sopradetti che devono pagare non avessero Padre come sopra.

4) Per entrare nell’obbligo di pagar la decima , la quale suole essere mannata nel giorno di San Pietro Apostolo a dì 29 Giugno, devono essere congiunti in matrimonio,  o entrati all’età o venuti di essere così abitato di servitori come di nuovi abitanti, o devenuti per l’altra mezzarola un giorno avanti il giorno festivo di Pasqua di Resurrezione che se taluno entrasse all’obbligo un giorno dopo tale non è obbligato a pagar  decima di quell’anno, ma incomincia dall’anno appresso. Dell’istesso modo va la diversità dei pagamenti di jussi di mortaggi. Secondo di paga da una età all’altra e così si è sempre costumato e di presenza di ciascuno.

 

 JUSSI DI STOLA, DI FEDI ECC.

 

1) Dovendosi taluno accasare da parte della donna casanda si devono portare al Parroco sei buccellate grandi, e come altri dicono sei torte di pane fatto di grano bianco,le quali quando vengono a sposarsi in Chiesa soglino portare dentro un canestro grande, e nel mezzo di esso porre all’interno un bacile con di denaro, sei o otto ovi di gallina, e due sopprassate porcine a loro piacimento, che chiamano Presenze, e restando a taluni incomodo di preparare le cose suddette per dette Presenze, che si concedesse al Reverendo Parroco curato la composizione pari a carlini cinque.

2) E perché in questa Terra non si usa la spirituale solennità di sponsalizio non è perciò in uso la messa pro sponso e sponsa, ma quando, benché rarissime volte occorso, abbiasi chiesto di usar tutte le solennità della Chiesa, oltre dette Presenze, si pagano al curato altri carlini due per detta messa cantata semplice, e chiedendosi solenne con assistenza si devono pagare al Parroco carlini cinque.

3) Per ogni battesimo sono tenuti portare in Chiesa una candela di cera bianca, un poco di cotone, sale, ed una panetta di grano bianco, ed ancora una pannetto di seta di lino per asciugare la testa della creatura, dopo ricevuta l’acqua del S. Battesimo, quali cose restano tutte al Parroco curato.

4) Nella benedizione dopo del parto le donne che vengono a riceverla sono tenute a portare una candela di cera bianca ed una panetta come si è detto del Battesimo.

5) Per ogni fede che dal Parroco curato si facesse, anche per estrazione di qualunque particolare de’ libri parrocchiali, il diritto di esso parroco è di carlini cinque, trattandosi di estrazione non è tenuto il curato ad estrarre più di una particola per foglio, ma se mai, taluno per maggior suo comodo richiedesse che nell’istesso foglio si estraessero più particole , questo è tenuto a pagare non a cagione di foglio,ma a ragione di numero di particole di carlini cinque per ogni particola, restando però libero il curato di accordare o nò tutto ciò lorchè anche similmente occorre nell’occasione tutte di altri fedi intorno a diversità di punti sopra li quali si edificasse ma se taluno volesse sapere soltanto il tenore di qualche particola di libri parrocchiali per suo regolamento senza chiedere la fede o latro scritto del Parroco in questo caso si paga al Parroco un carlino per la perquisizione. 

 

SOPRA DEI MORTAGGI, O SIA DI STOLA NERA E ALTRI JUSSI

 

1) Morendo qualche creatura prima di compire l’età di un anno, anche per un solo giorno che mancasse si paga dai congiunti al curato di jusso un carlino.

2) Subito terminata detta età di un anno anche nel primo giorno del secondo anno si pagano da’ congiunti al curato  di suo jusso carlini sei; qual pagamento di carlini sei persevera finchè avesse terminata l’età di anni otto.

3) Ma que’ che muoiono già intrati per un solo giorno all’anno nove sino a tutto il resto che vivessero anche fino a cento anni e più  si paga da’ congiunti al Parroco curato di suo jusso carlini diciotto, cioè carlini tredici per jusso che chiamiamo beneditionis, carlini tre per il primo notturno dei morti, che deve cantare il curato secondo l’uso inveterato presente il cadavere, e carlini due per una messa cantata semplice.

4) Qual messa cantata semplice , e primo notturno de’ Morti devono pagare i congiunti o altri  in ogni e qualsivoglia funerale anche ad libitum, che si facesse nella Chiesa Parrocchiale, la Chiesa di San Nicolò di Bari e la Chiesa di San Pietro Aposto attualmente parrocchiale interina , perché sta in fabbrica la Chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie, ut sententia divisionis.

5) La cera che devono porre i congiunti nel giorno di deposizione del cadavere deve essere a tenore de’ stabilimenti sinodali, la quale ordinariamente suole essere  stata di candele sedici o al più venti a rotolo, e fuori di quel giorno  deve essere un rotolo per ogni funerale e non mezzo, e quella che resta terminata la messa cantata è del curato.

6) Quando i moribondi sian di età di anni 14 finiti, nella quale età e non prima possono chiedere la sepoltura per se medesimi e non altri e ne altri per loro secondo la consuetudine immemorabile di questa Terra, e la eleggessero in altra Chiesa fuori della parrocchiale o soggetta alla giurisdizione del curato, allora si pagano al curato i soli carlini tredici di jusso di benedizione ed una libra di cera bianca nuova lavorata per questo funerale, per non avere interamente terminato la sudetta età di anni quattordici re per non aver potuto eliggere né altro per essi di eliggere sepoltura, devonsi i cadaveri portare a seppellire nella propria Chiesa parrocchiale,ivi dove si seppelliscono devonsi fare tutti li funerali che sieguono come di primo,di terzo,di settimo, di trigesimo, e di anniversario, e li jussi che si pagano di notturni e messe cantate colla cera che avanza come di sopra , vanno a beneficio del curato di essa Chiesa parrocchiale.

7) Dalla sudetta regola universale si eccettuano quelle famiglie che avessero sepoltura propria in altra Chiesa fuori della parrocchiale, poiché que’ che appartengono alle suddette famiglie si possono seppellire liberamente in loro propria sepoltura. In ogni modo al Parroco si pagano i jussi  mormorum o beneditionis.  

Si eccettuano parimenti, sino a quando non sarà edificata e parrocchia di sepoltura e di competenti altari la mia Chiesa Parrocchiale di Santa Maria delle Grazie, que’ che devono seppellire nell’altra parrocchiale di S.Foca Martire mentre tutti intieri li jussi mormorum di primi notturni, di messe cantate, e di cera che avanza tanto nel giorno di deposizione quanto negli altri funerali che sieguono vanno in beneficio di me infrascritto e dei miei successori. E ciò anche in caso che taluno pria di morire volesse eliggere qui la sua sepoltura, mentre la causa e motivo di tale elezzione proviene a causa dell’angustia purtroppo grande e della scarsezza degli altari della mia parrocchiale, dove non essendovi di presenza più di un altare non si possono i funerali celebrare con pompa e solennità. E infatti fu questo espressamente determinato dalla Rev.ma Curia di Mileto nell’istesso decreto dell’esecuzione delle mie bolle cui queste sono la parte declaransis insuper quod in casu rimutationis cadaverum ecc.. E poi il predetto Monsignor Ecc.mo Don Giuseppe Carafa Vescovo di Mileto con la sua Venerandissima carta ordinò al reverendo  Don Domenico Antonio Fiorillo Arciprete della suddeta Chiesa di San Foca che non li dasse molestia veruna nel condurre in detta Chiesa i cadaveri dei miei parrocchiani, e nel celebrare ivi le loro esequie e li funerali susseguenti, come infatti cominciai a pratticar  tutti questi dal giorno del mio possesso innanzi senza essermi stato dato fin ora impedimento o molestia alcuna.

Circa l’associamento dei cadaveri dei defunti è obbligato il curato o altro sacerdote di sua commissione di andare in casa dei medesimi. Cotta su pelliccia e stola del color conseguente e non altrimenti, e così benedir i lor Cadaveri con accompagnarli fino alla Chiesa Parrocchiale se ivi si dovessero portare di seppellirsi o se a quella della SS.ma Annunziata dei Padri Domenicani di questa Terra sino alla porta della Chiesa di essi Padri. Se a quella di San Framcesco fino al fiume chiamato Perri, se a quella finalmente di Santa Maria della Croce dei Padri Agostiniani è obbligo il curato o altro come sopra di associare fino avanti la Chiesa filiale di S. Maria degli Angeli, nei quali rispettivi luoghi data l’ultima benedizione se ne ritorna.

 

L’Università di questa suddetta Terra di Francavilla è obbligata in ogni anno nella massima di ogni Sabato Santo di portare a questa mia Chiesa Parrocchiale di sua porzione due rotoli  di cera bianca nuova lavorata per il cereo pasquale più nove candele altre di cera bianca nuove di sedici a rotolo, sei per l’altare e tre per il Lumen Christi ed un quarto rotolo d’incenso le quali cose tutte , finita la funzione, restano al curato. E così ab immemorabile si è costumato dai sindaci protempore da parte di essa Università e dai Curati.

7) Tutte le oblazioni che si fanno dai fedeli così dentro detta Chiesa Parrocchiale come fuori di essa ed a statue, pitture e cappelle che si attrovano dentro del Distretto della giurisdizione parrocchiale, tutte spettano e sono del curato ed ab immemorabile si è costumato.

8) Finalmente il Procuratore della Cappella di questa suddetta Terra è tenuto di mantenere di oglio la lampada accesa innanzi del SS.mo Sacramento di detta mia Parrocchia continuamente come ancora mettere la cera e l’incenso nelle terze domeniche di ogni mese e in altre feste più solenni come sono il dì festivo e notte del Santo Natale, della Circoncissione nell’Epifania, Giovedì Santo nella messa e nel Sepolcro a Pasqua di Resurrezione e in tutta l’ottava del Corpus Domini, e nelle uscite del SS.mo Viatico; in somma in tutti que’ giorni e funzione nei quali va tenuto per la Chiesa Parrocchiale di S.Foca, con dare al Parroco curato tutte quelle sagre suppellettili e sagri stromenti che donàasi all’altro curato di S.Foca dovendo ugualmente provvedere delle cose espressate ed altre secondo l’antico solito costume all’una e all’altra parrocchiale, siccome si è ancor determinato nella sentenza della divisione della cura delle anime di questa Terra.

9) Tutto il Territorio di Francavilla è costume all’uno e all’altro curato , onde occorrendo in campagna morte di qualche forestiero ma dentro detto territorio il jus di mortaggio e di stola , siccome ogni altro jusso che può accadere in altre consimili occasioni, si deve dividere tra detti amendue curati i quali hanno l’obbligo di amministrare fuori della Terra i Sagramenti ed eseguire ogni altra funzione che potrà occorrere con jussi intesi amendue  ugualmente in tali casi non potendo l’uno far da sé senza l’intelligenza e consenso dell’altro. Ho detto di qualche forestiero , mentre se fusse Paisano, deve a lui ministrare i Sagramenti e poi seppellirlo il proprio Parrocoda cui si dovanno introitare i jussi indipendentemente.

 

PESI DELLA PARROCCHIALE CHIESA DI S.MARIA DELLE GRAZIE

- Alla fabbrica del Seminario di Mileto in ogni anno carlini venti;

- Visita, essendo già levato lo spoglio, carlini dieci;

- Triennio, quando viene, carlini nove;

- Per cera nella purificazione di S. Maria SS.ma sordi venti;

- Cera per l’ufficio delle tenebre nella settimana Santa sordo uno;

- Cera per le feste e domeniche dell’anno eccetto la terza domenica di ogni mese e altre feste più solenni del solito, e per il Vicario come sopra nelle quali la cera ed incenso  deve metterli il Procuratore rotoli sei;

- Messe pro Papato nelle feste e domeniche rotoli otto.

 

Io Don Gregorio Accetta Parroco curato della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria delle Grazie di questa Terra di Francavilla ho scritta o sottoscritta la presente carta  di detta mia Chiesa oggi 12 Gennaio 1764 in conformità delle Platee antiche e di quelle che si è pratticato e siegue a pratticarsi  e a fede.

Io Don Gregorio Bretti eletto dell’Università suddetta,noi qui infrascritti  Sindico ed eletti  del Regimento di questa Terra di Francavilla confirmiamo li retroscritti capitoli plateali sopra i quali riserbiamo l’infrascritte condizioni di osservassimo irremissibilmente per le quali non ci intendiamo pregiudicare  colle nostre firme quali jussi e condizioni sono l’infrascritti sono li censi sì in denaro che in grano contenuti nella presente Platea, quali si esiggono tanto dal Reverendo Arciprete della Chiesa Arcipretale sotto il titolo di San Foca Martire, che del Reverendo Don Gregorio Accetta curato della Chiesa Parrocchiale di S.M. delle Grazie cioè li qui annotati si esiggono dal Reverendo per ciascheduna obbligazione devono credere al lavoro dei Parroci; Francavilla li 18 Gennaio 1764.

Don Michele Solaro di Francesco Sindico.

Don Michele Vitale primo eletto.

Don Michele Solaro di Domenico eletto.

Don Gregorio Accetta eletto.

Dottor Fisico Giuseppe Quaranta eletto.

Io Vincenzo Pignatelli Cancelliere.

Ego notarius Antonius Cauzzi Terrae Francavillae Pubblius notarius signavi.

Extracto originali existens in Archivio huius Epatis Curis Militea, mihi exibito per Don Franciscum Antonium La Russa. Ego Marcus Antonius Catalano pubblius notarius.

 

In fede io qui Parroco di S.M. delle Grazie di questa Terra di Francavilla in Calabria Ultra; qualmente in detta mia Parrocchiale Chiesa al presente come si attrova fatta di tavole, per causa de’ tremuoti, non esiste nessuno altare , eccetto l’Altare Maggiore, sebbene prima dei detti tremuoti vi erano eretti nell’interina Chiesa di San Pietro Apostolo in dove si funzionava il mio antecessore a causa della fabbrica della propria Parrocchiale Chiesa tre altari, uno di S.M. delle Grazie che teneva di peso messe trecento l’anno, ed oggi si possiede dalla Cassa Sagra; l’Altare delle anime del Purgatorio Cappella universale che teneva di peso messe 170 l’anno anche attinenti oggi a detta Cassa Sagra; come ancora l’altare di S.Maria di Loreto  jus patronato delli signori Mannaci di Basso, la quale quanto mi consta teneva di peso messe quattro la settimana. Onde in onor del vero ho fatto la presente sottoscritta di mia propria mano e munita del parrocchial sugello,ed a fede dato in Francavilla li due Marzo 1787.

Io Don Bruno Aracri Parroco curato faccio fede come sopra.

 

         

SIGILLO DI S. MARIA DELLE GRAZIE USATO

DA DON BRUNO ARACRI.

 

  

                                      

STATUA DI S.MARIA DELLE GRAZIE-SCULTORE

VINCENZO  SCRIVO DI SERRA S.BRUNO-

ORDINATA DAL DON BRUNO ARACRI NEL 1796.

 

 

Atto di morte del Parroco Don Gregorio Accetta.Morto

Il 10 febbraio 1785 all’età di 52 anni. Figlio di Marco e

di Caterina Pasceri. Fu sepolto nella Chiesa provvisoria

costruita al Ziopà presso l’Altare Maggiore.

 

 

Atto di morte dell’Arciprete don Bruno Aracri Senior-

20 agosto 1825-.Nato il 26 febbraio 1740 da Nicola e

Caterina Parisi.Firma del parroco Giuseppe M. Attisani.

 

                                                                                            

CENSI ENFITEUTICI IN GRANO BIANCO

- Esigge sopra il fondo detto l’Olivari Muti, o Russomanno, grano bianco al taglio tomolo uno, oggi paga donna Nicoletta Mannace;

- Esigge dagli eredi della vedova Donna Francesca Paparo di Filadelfia sopra il fondo detto Cullaro, grano bianco al taglio tomolo mezzo, oggi paga mastro Vincenzo Pallaria;

- Esigge sopra il fondo detto Cullaro  grano bianco al taglio quarto uno e coppi due, oggi pagano Francesco Salatino di Tommaso e mastro Domenico Cantafi ambi di Filadelfia;

- Esigge dagli Eredi di Domenico De Paro sopra il fondo detto Scordari grana venti, oggi pagano Catarina Bonello di Francesco e Domenico Bonello di Nicola;

- Esigge sopra il fondo detto la Nucarella grana cinquantacinque, oggi paga mastro Nicola Fiumara;

- Esigge da sospesi Padri Agostiniani di S. Maria della Croce sopra il fondo detto la Nucarella grana cinquantacinque,oggi paga la Cassa Sagra;

- Esigge sopra il fondo detto la Pietra Bianca carlini tre, oggi paga Don Nicola e Don Vincenzo Brizzi;

- Esigge sopra il fondo detto l’Arghilla carlini quindici, oggi paga mastro Giuseppe Servello;

- Esigge dagli eredi di Don Filippo Decaria e per esso dai soppressi PP Agostiniani di S.M. della Croce sopra il fondo detto Culmari grana venticinque, oggi paga la Cassa Sagra;

- Esigge dagli eredi di don Francesco Paro sopra il fondo detto Sammartino Vecchio grana quattro, oggi pagano donna Elionora Paro e don Vincenzo Apa;

- Esigge dagli eredi di  don Francesco Paro sopra il fondo detto il Campo che fu di Pietro Talora carlini cinque, oggi pagano donna Elionora Paro e don Vincenzo Apa;

- Esigge dagli eredi di Bruno Cucuzzi e Palma Pilieci, con Giuseppe Ciliberto sopra il fondo detto il Mancino grana setta cinque, oggi pagano Giuseppe Cucuzzi di Bruno, Giuseppe Ciliberto, Foca e Natale Prestigiacomo;

- Esigge sopra il fondo detto la Fischìa grana venticinque, oggi paga don Michiele Solaro;

- Esigge sopra il fondo detto Jirì e Scorciafave, grana cinquantacinque, oggi paga donna Nicolatta Mannace;

- Esigge dagli eredi di mastro Michele Bruno e Francesco Aracri sopra il fondo Scutinò grana dieci, oggi pagano Vincenzo Bruno e Francesco Aracri;

- Esigge dagli eredi di Bruno Teti del fu Giuseppe sopra il fondo detto Scutinò carlini sei, oggi pagano Foca e Giuseppe Teti;

 - Esigge dalla soprressa Chiesa di S.M. delle Grazie sopra il fondo detto Ziopà lasciato da Gregorio Carchidi carlini cinque, oggi paga la Cassa Sagra.

 

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 Le Platee della Chiesa di San Foca Martire e di Santa Maria delle Grazie  di Francavilla Angitola offrono lo spunto per una riflessione storica sulla comunità francavillese dalla fine del 1500 sino ai giorni nostri. La citazione di cognomi, toponimi dei fondi e località del centro abitato, Chiese e Cappelle, Conventi è copiosa e con una adeguata comparazione di altre fonti storiche si potrebbe produrre un compendio esaustivo della sua identità attraverso secoli di memorie storiche. Tentare non nuoce, si vedrà. Quegli uomini e donne che vissero in un passato pieno di disgrazie e di ingiustizie, e con qualche sprazzo di amore e gioia, e con la speranza di un futuro migliore, meritano di essere ricordati studiando i documenti che nel tempo si dsono prodotto. Si tratta delle nostre radici. Dietro ad ogni nome e cognome, ad ogni toponimo, ad ogni edificio religioso o civile, ad ogni arte e mestiere ognuno potrà trovare un messaggio che è veramente ingeneroso non recepire.

  Alcune esempi:

- le mura esistenti in contrada Archi non sono altro che i ruderi di un  battindèro ossia di un grande mulino e non i resti di un mal ideato acquedotto che doveva portare l’acqua a Boscomadonna( nella leggenda popolare l’architetto avrebbe sbagliato i calcoli e temendo l’ira del feudatario si sarebbe impiccato in un  fondo che, per questo episodio, sarebbe stato chiamato Impìso, in effetti esiste veramente un fondo con detto toponimo.

- Otto tomolate del Piano della Gurna, dove venne edificata Filadelfia, erano di proprietà della Chiesa di San Foca e nel Territorio di Francavilla. Nello stesso luogo il Reverendo don Nicola Parisi di Francavilla possedeva un fondo di quattro tomolate come ‘bene patrimoniale dotale del suo Genitore lasciatogli in territorio di Francavilla in luogo detto il Piano della Gurna’.

- Il giardino dei Padri Agostiniani del Convento di Santa Croce che si estendeva dalla Chiesa di Santa Maria degli Angeli( attuale Monumento ai Caduti)sino alla vie Talagone, Lungoborgo, Borghi e contrada Muto si chiamava Scroponi, toponimo che ci riporta a Sclofoni o Clofoni uno dei tre casali che, secondo Ilario Tranquillo, diedero origine a Francavilla.

-Col toponimo  Abbatìa veniva chiamato il fondo che apparteneva all’Abazia di Mileto, distinto quindi dal toponimo Vattìa che designa alcuni fondi siti in località pianeggianti e vicine a corsi di acqua.

- Il ‘Presente, da dare al sacerdote in occasione del matrimonio era consuetudine sino ai nostri tempi.

-Lo svolgimento dei funerali descritti nella Platea di S. Maria delle Grazie ci riporta a quelli dei giorni nostri. Il sacerdote accompagnava la salma sino alla Chiesa di S.Maria degli Angeli e, data l’ultima benedizione, ritornava in Chiesa. Così avviene anche oggi, cambia il luogo della sepoltura. Allora era il Convento di Santa Croce, oggi il cimitero comunale. Nei funerali che avevano come luogo di sepoltura la Chiesa del Convento dei Francescani Riformati il sacerdote accompagnava la salma sino al fiume Perri. Il tratto del torrente Fiumicello che va dalla Fontanella al burrone tra il Catalano e la strada sotto Magliacane e il Castello era di proprietà della famiglia Perri o Perris e da questa il toponimo del fiume, e Perricchio il piccolo affluente. Presso la loro confluenza vi era un trappeto ‘d’oglio’di proprietà del Reverendo Don Giuseppe Mannacio(1743 Catasto Onciario) e sotto la timpa di Magliacane  vi era la cava di sabbia di proprietà di Giacinto Cauzzi, sindaco per l’anno 1777-1778( la durata della ‘sindacatura’ era di un anno)…………………………

 

(estratto da Francavilla di Calabria Ultra di Vincenzo Ruperto)

 

                                                                                                                                          

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